“Senza parole non si può pensare”

Il Darwin Day al D’Oria: convivenza e violenza nell’evoluzione umana e perché quando mangiamo dobbiamo ringraziare Darwin.

di Serena Biscari, Francesco Ferrando e Filippo Lo Giacco, 2d.

Per festeggiare la nascita del famoso scienziato Charles Darwin, il “Darwin Day”, il 14 febbraio, il liceo Andrea D’Oria di Genova ha ospitato il dottor Domenico Saguato e il professor Silvano Fuso per parlare dell’ evoluzione dell’uomo e dell’alimentazione.   

Domenico Saguato, volontario di Genova Solidale, ha esaminato alcuni testi di antropologia, “Il Paradosso della Bontà di Richard Wrangham e “L’Alba del Linguaggio” di Sverker Johansson,  per analizzare lo sviluppo dell’essere umano. Significativa è la differenza che ha permesso di distinguere gli  ominidi dagli animali cioè la capacità di gestire la violenza. Infatti, nonostante la selezione individuale favorisca i violenti, con gli uomini è accaduto il contrario: gli individui meno violenti riuscivano meglio nella collaborazione e nella convivenza. 

La cooperazione ha poi portato gli uomini alla morale dell’equità, ovvero la capacità di condividere. 

A questo proposito un gruppo di scienziati ha fatto un esperimento che consisteva nel coinvolgere due persone e dare 100€ alla prima e niente alla seconda. Lo scopo dell’esperimento era constatare se le due persone avrebbero condiviso il denaro: se la persona che aveva ricevuto il denaro lo avesse condiviso con l’altra, entrambe avrebbero potuto tenere i soldi; in caso contrario, il denaro doveva essere restituito e nessuno avrebbe avuto nulla. 

Nella maggior parte dei casi chi aveva il denaro dava una parte minima all’altra persona, solitamente questa non la accettava perché non la riteneva equa. Quando hanno sottoposto all’esperimento un uomo facente parte di una popolazione delle isole del Pacifico, abituato a ricevere e condividere gli eccessi di cibo con le altre tribù delle isole circostanti, questo ha accettato i soldi che la maggior parte delle persone coinvolte rifiutava.

Saguato ha menzionato l’importanza del fuoco nello sviluppo del linguaggio: gli ominidi, che vivevano in gruppi e riunendosi intorno ad esso, raccontavano storie inventando così parole astratte.

“senza parole non si può pensare” 

circa mezzo milione di anni fa si sviluppò un vero e proprio linguaggio e nacque la prima forma artistica degli ominidi ovvero il collezionismo, poi dieci mila anni fa nacquero l’agricoltura e la pastorizia e conseguentemente la proprietà privata e di seguito una vera e propria civiltà.

L’evoluzione dell’alimentazione è stata affrontata dal professor Silvano Fuso, divulgatore scientifico e socio effettivo del CICAP (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze) che ha spiegato come quasi nessuno dei cibi che mangiamo oggi è mai esistito in natura ed è lo scienziato inglese Darwin a dirci tutto questo nell’opera “Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico“:

“Certamente l’uomo sceglie individui variabili e coltiva i loro semi, e poi di nuovo ne presceglie la prole che riuscì variata. Ma la variazione iniziale, su cui agisce l’uomo, e senza cui l’uomo a nulla riuscirebbe, è prodotta da lievi cambiamenti nelle condizioni di vita, che spesso avvengono in natura. Laonde si può dire che l’uomo va facendo uno sperimento in proporzioni gigantesche, a cui la natura s’assoggetta continuamente nel lungo corso dei tempi.”

Nel neolitico nasce la semina intenzionale e l’uomo ha selezionato le varie specie di piante di cui era solito nutrirsi e, così facendo, ha condizionato l’evoluzione della flora e così sta facendo ancora oggi con metodi moderni.

Citando metodi recenti troviamo OGM, editing genetico che funziona come un “correttore di bozze” del DNA: interviene in maniera precisa per trovare e correggere gli errori genetici all’interno dell’intero genoma; oppure il CRISPR/Cas9 che si basa sull’impiego della proteina Cas9, una sorta di “forbice” molecolare in grado di tagliare il DNA, che può essere programmata per effettuare specifiche modifiche al genoma di una cellula, sia questa animale, umana o vegetale.      

Il professore ha poi concluso dicendo: “dietro ogni boccone c’è un’enorme evoluzione”, spiegando che molte delle verdure di cui ci nutriamo oggi avevano un aspetto molto differente rispetto a quello attuale, come ad esempio le carote, che erano viola, e solo in tempi recenti sono state fatte diventare arancioni, per dare loro un aspetto più invitante.