Evoluzione della musica

La musica è sempre esistita ed è sempre stata molto presente nella vita di tutti, soprattutto degli adolescenti. Ciò che la rende così speciale è il fatto che sia universale e in grado di comunicare e di aiutare, di trasmettere innumerevoli sensazioni ed emozioni: chiunque può ascoltare la stessa canzone in qualsiasi parte del mondo. Ovviamente nel corso degli anni si è evoluta e si è ampliata fino a formare nuovi generi e diventare parte integrante del mercato odierno. Per esempio oggi sono sempre più presenti artisti che si concentrano sul risvolto economico, piuttosto che sul vero scopo della musica, ovvero quello di comunicare e trasmettere emozioni a chi ascolta le canzoni.
Ciò che ha permesso e permette ancora oggi di sostenere questo vero e proprio business è sicuramente lo sviluppo della tecnologia. Infatti gli smartphone e i social per esempio sono accessibili praticamente a tutti e permettono al mondo intero di mantenersi in continua comunicazione con il proprio cantante preferito.
“De André non è stato mai di moda. E infatti la moda, effimera per definizione, passa. Le canzoni di Fabrizio restano.” Queste parole del compositore Nicola Piovani creano un’enorme spaccatura tra la musica di ‘un tempo’ e la musica contemporanea, parla di uno dei più grandi cantastorie italiani: Fabrizio De Andrè. Come quest’ultimo moltissimi altri cantautori hanno solcato discografie indelebili ricche di brani che non ‘passeranno’ mai. De Gregori, Modugno, Lucio Dalla come Fabrizio e molti altri non hanno mai scritto musica per la moda o per il commercio, bensì per divulgare degli ideali. Perché oggi una canzone si ascolta per un mese e dopo si dimentica? Perché chi oggi crea musica pensa principalmente al mercato. È naturale quindi che Internet sia diventato un eccellente mezzo di diffusione di informazioni, grazie al quale qualunque cantante o gruppo può riscuotere molto successo (e denaro) in poco tempo. La casa discografica è una parte cruciale nel successo di un cantante, perché è di fatto il soggetto che prima di ogni cosa crea, fa e promuove i dischi.

Negli anni Settanta, Ottanta o Novanta chi sentiva l’esigenza di fare un disco era perlopiù un musicista o una band che faceva concerti, che avevano successo, e spesso l’etichetta era in condizione di valutare, in base al successo “sul campo”, e cioè live, la portata che aveva il gruppo e quindi l’investimento possibile. Per questo, oggi la bravura del cantante o del gruppo in sé riveste un ruolo abbastanza marginale, e ciò è testimoniato dal fatto che i cantanti più di tendenza del momento non trattano generi musicali elaborati e sofisticati, ma si limitano a uno stile semplice e a testi per lo più brevi e dal significato immediato, producendo quindi quella che viene definita “musica commerciale”.

Sofia Monaco classe 2 B