Addio casa natia…

Addio monti , sorgenti dalle acque innalzate al cielo,
vette diverse, note a chi è cresciuto tra voi, impresse nella mia mente,
come il suono delle voci domestiche,
come branchi di pecore pascenti.
Addio!
Quanto è triste il passo di chi vicino a voi se ne allontana
Quanto è triste chi s’avanza nel piano, e il suo occhio stanco si ritira
Le case aggiunte a case, le strade che sbocciano nelle strade, pare che gli levino il respiro, e davanti agli edifici ammirati dallo straniero, pensai
a chi non aveva mai spinto al di là neppure un desiderio fuggitivo
a chi aveva riposto in essi tutti i disegni dell’avvenire
A chi disturbato nelle più care speranze, lascia quei monti, per avviarsi sulle vie di sconosciuti che non ha mai desiderato di conoscere e non può stabilirne il ritorno.
Addio casa natia,
addio casa straniera,
addio chiesa, dove l’animo tornò sereno, cantando le lodi del Signore.
Addio!
Mi soffocava questi pensieri, mentre la barca si allontanava e si avvicinava alla riva destra dell’Adda.


Giulia Pelligra II B Liceo Classico- Istituto “G. Carducci”- Comiso (RG)