L’Inter e quel fastidioso mal di piccole

L’ennesima battuta d’arresto dopo una vittoria mette l’Inter in guardia dalla perseveranza. 

di Lorenzo Manenti, 3D

 

Se l’affermazione di cui Sant’Agostino e Cicerone si contendono l’attribuzione è vera, l’Inter di Simone Inzaghi deve iniziarsi a preoccupare seriamente. I due giganti filosofi dell’antichità dicevano: “errare humanum est, perseverare autem diabolicum”. 

Poche parole, soltanto sei, che certificano perfettamente il periodo della squadra nerazzurra, capace di portare in paradiso i propri tifosi con partite e momenti di calcio straordinari per poi rigettarli nell’inferno calcistico con batoste e figuracce. 

Quella di La Spezia per l’Inter è l’ennesima sconfitta di questo campionato. Sono già otto, il dato impressiona; ma ad impressionare ancora di più sono le squadre che sono riuscite a vincere contro i nerazzurri: Udinese, Empoli, Bologna e Spezia sono riuscite a strappare la vittoria contro la squadra allenata da Inzaghi che ha anche collezionato pareggi a Genova con la Samp e all’U-Power Stadium, casa del Monza. Un cammino troppo incostante. 

Un’incostanza palesata più volte

L’Inter è capace di abbagliare, di stordire per una lucente bellezza. Ma poi di fare arrabbiare, di far sorgere degli interrogativi subito dopo che questi si erano sciolti. Ad una grande prestazione segue sempre una batosta. Capitò con l’Empoli, vittorioso a San Siro dopo che i nerazzurri in Arabia avevano schiantato un Milan in crisi. Capitò con il Bologna, nettamente superiore e meritatamente vincente contro un’Inter che veniva dalla vittoria col Porto. É capitato anche ieri sera, a La Spezia, con il rigore di Nzola a ributtare l’Inter nel vortice dopo la tranquillità che aveva trasmesso la vittoria in casa col Lecce. In questo caso, come temevano Sant’Agostino e Cicerone, si tratta di perseveranza. Perseveranza di un errore commesso. La soluzione per interrompere questa continua assunzione o distribuzione di colpe sta nel trovare l’errore che l’Inter commette. Quale sia, però, è molto difficile dirlo. 

Inzaghi sbaglia la formazione? Non c’è un leader ben preciso all’interno del gruppo? Il ritorno di Brozovic sta mettendo in difficoltà gli equilibri del centrocampo? C’è, non credo, svogliatezza nelle partite di campionato, visto che ormai questo obiettivo diventa irraggiungibile?

L’occasione per ribaltare la perseveranza nell’errore non ci sarà nell’immediato, visti i due impegni non proprio definibili come “squadra in lotta per la salvezza” che attendono la formazione di Inzaghi: Porto in Champions, Juventus in campionato. Sarà però l’occasione per confermare un dato, una verità, ovvero che l’Inter sia una squadra forte e che quindi questo clamore da parte di chi sta fuori per il mal di piccole sia totalmente giustificabile.

 

Orsolini festeggia il gol dell’1-0 del Bologna contro l’Inter