La poetessa delle piccole cose

di Serena Ferrari, classe 2b

 

“Osservare significa essere consapevoli, conoscere la storia, osservare così a fondo la materia da stupirci.

Significa, nonostante tutto, avere il coraggio di intercettare la bellezza nel mondo”

Queste sono le parole pronunciate, a occasione di una conferenza, mirata a ampliare lo studio dei componimenti di Maria Wisława Anna Szymborska, con alcune classi del Liceo Classico A. D’Oria, da Maria Grazia Calandrone, scrittrice, drammaturga, artista visiva, autrice e conduttrice radiofonica italiana.

 

foto di Maria Grazia Calandrone
foto di Maria Grazia Calandrone

 

Maria Wisława Anna Szymborska, Kórnik, 2 luglio 1923 – Cracovia, 1º febbraio 2012), é considerata come la più importante poetessa polacca degli ultimi anni, nonostante la sua produzione sia costante anche in Italia e nel resto del mondo riscontri un notevole successo.

Ha ricevuto numerosi riconoscimenti assai rilevanti tra cui un premio Nobel per la letteratura nel 1996.

 

Foto di Maria Wisława Anna Szymborska
Foto di Maria Wisława Anna Szymborska

Analizzando la sua poesia “Disattenzione”, sono emerse numerose peculiarità sul pensiero della scrittrice, che emerge in modo chiaro nelle sue poesie.

La sua poetica riflessiva, tratta dalla sua immagine del quotidiano, si interroga sull’immagine e sul ruolo dell’uomo contemporaneo e sviluppa al contempo un’amara e quasi sarcastica visione della realtà, troppo frenetica.

Si è dato particolar rilievo al concetto dello stupore come meccanismo necessario al progresso, che la poetessa stessa riporta nella stessa poesia nelle seguenti righe:

 

“Ieri mi sono comportata male nel cosmo.
Ho passato tutto il giorno senza fare domande,
senza stupirmi di niente.

…”

 

Nel discorso in occasione del conferimento del premio Nobel, lo stupore, essendo esso stesso fonte di ispirazione, viene rimarcato come conseguenza di un’attento e meditato sguardo al mondo che ci circonda e un’accurata riflessione su ciò che non comprendiamo o non abbiamo mai tentato di comprenderlo.

 

Pero esa es otra historia y debe ser contada en otra ocasión: Wislawa ...

 

” L’ispirazione, qualsiasi cosa sia, nasce da un incessante “non so”.
Di persone così non ce ne sono molte. 

Per questo apprezzo tanto due piccole paroline: “non so”.

Piccole, ma alate.

Se Isaak Newton non si fosse detto “non so, le mele nel giardino sarebbero potute cadere davanti ai suoi occhi come grandine e lui, nel migliore dei casi, si sarebbe chinato a raccoglierle, mangiandole con gusto.”

 

Questo deve fare soprattutto il poeta, interrogarsi: sbagliare, farlo di nuovo, farlo meglio e condividere il suo pensiero oggettivo, che poi sarà frutto di ulteriore dibattito con il passare del tempo e che non sarà mai comunque del tutto sufficiente.

 

“Anche il poeta, se è vero poeta, deve ripetere di continuo a se stesso “non so”.

Con ogni sua opera cerca di dare una risposta, ma non appena ha finito di scrivere già lo invade il dubbio e comincia a rendersi conto che si tratta di una risposta provvisoria e del tutto insufficiente.

Perciò prova ancora una volta e un’altra ancora…”

 

Maria Wisława Anna Szymborska viene chiamata ancora oggi “la poetessa delle piccole cose”: dimostra con la sua poetica che per vivere non abbiamo bisogno di oggetti materiali.

Se non riusciamo a cogliere la bellezza e la felicità nelle piccole cose, non la troveremo neanche in quelle grandi.