La Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla

All’anoressia, alla bulimia e agli altri disturbi della nutrizione e dell’alimentazione è dedicata la Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, che ricorre il 15 marzo. Quello dei disturbi alimentari non è, purtroppo, un tema sconosciuto ed esclusivamente specialistico, ma è diventato un tema sociale. Ne parlano i giornali, la televisione, si fanno incontri nelle scuole con studenti e insegnanti. I genitori sono attenti e a volte preoccupati di fronte ad atteggiamenti inusuali che i figli manifestano nei confronti del cibo. Possiamo definirli come alterazioni del comportamento alimentare, che comprendono sostanzialmente due categorie specifiche e cioè l’anoressia e la bulimia. Oltre a questi ce ne sono altri come per esempio il disturbo da alimentazione incontrollata, ovvero l’obesità, l’assunzione di quantità esagerate di cibo in breve tempo, seguita, di solito, da un senso di colpa o rimorso.

Per quanto riguarda anoressia e bulimia, molti ritengono che le due sindromi siano nettamente separate, poiché caratterizzate, in certi casi, da modalità in netto contrasto (per esempio la rigida autodisciplina e il controllo dell’anoressia, rispetto all’impulsività della bulimia). Altri, invece, sostengono che le due sindromi siano facce della stessa medaglia, ciò spiegherebbe il motivo per cui in moltissimi casi esiste un’oscillazione, nello stesso soggetto, da sintomi di tipo anoressico a sintomi bulimici. Si può dire che entrambi questi disturbi possono essere considerati come espressioni diverse di un unico disturbo di base.

I Disordini alimentari si sviluppano spesso in adolescenza, durante un periodo di cambiamenti sessuali, fisici ed emotivi. Esistono cambiamenti derivanti dal passaggio dall’infanzia all’adolescenza e altri che accompagnano il passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Alcuni individui semplicemente non sono in grado di affrontare queste evoluzioni. Le persone che, durante questo periodo, non si sentono in grado di affrontare le richieste, le sfide e gli stress di una nuova situazione, sono a rischio di sviluppare un disordine alimentare focalizzando la propria attenzione sul cibo, l’immagine corporea e il peso

Un individuo con un’autostima particolarmente bassa, durante un periodo cruciale della vita, come l’adolescenza, può rivolgersi a criteri orientati all’aspetto fisico per migliorare il proprio scarso senso di valore personale. La tragedia nasce quando gli sforzi per stare a dieta non aiutano a risolvere i problemi, né a costruire una buona e duratura autostima.

La popolazione più affetta da anoressia o bulimia nervosa è quella più sotto la pressione di un’immagine adeguata e standardizzata ai dettami dalla società, una popolazione per la quale avere questo tipo di immagine è diventato un valore. Le ragazze e le giovani donne devono essere piacevoli, belle, e snelle, d’altro canto i ragazzi, fino a poco tempo fa, erano meno influenzati da questa immagine, ora le cose stanno cambiando rapidamente.

I ragazzi, come le loro coetanee, presentano gli stessi pattern biologici e psicologici considerati fattori di rischio per sviluppare un disordine alimentare (mantenere un peso basso durante la crescita, vedersi costantemente sovrappeso, anche se si è normopeso alternare diete rigide e abbuffate compulsive). Si pongono l’obiettivo di diventare più muscolosi e massicci, e questo spiega parzialmente l’uso illecito e potenzialmente pericoloso di steroidi e altre droghe tra la popolazione di adolescenti e giovani maschi.

L’insoddisfazione per le caratteristiche del proprio corpo è un tema molto diffuso nella nostra società occidentale che, con input quotidiani, influenza la cultura moderna sui canoni di bellezza a volte impossibili da raggiungere. L’avvento dei social media, inoltre, ha fatto sì che ognuno potesse mostrare il proprio profilo come una vetrina da esibire, in cui tutto è costruito sulla modernità delle immagini e sulla ricerca della perfezione socialmente accettata.

Tutto ciò ha generato una spropositata attenzione a ciò che viene pubblicato, influenzando ciò che ognuno sceglie di far vedere al mondo esterno. È chiaro, dunque, che in soggetti già inclini all’insoddisfazione corporea, il non raggiungimento dei canoni esibiti dalla maggioranza ha provocato un ulteriore abbassamento dell’autostima, sentimenti di sconforto, di disagio e una svalutazione della propria persona con possibili conseguenze precipitanti verso una diagnosi di DCA. In questi casi, infatti, l’alimentazione assume caratteristiche disordinate, caotiche, ossessive, tali da compromettere la possibilità di consumare un normale pasto; nello stesso tempo le preoccupazioni per l’aspetto fisico diventano insostenibili , tanto da compromettere la socialità della persona che ne soffre. C’è da precisare, inoltre, che l’uso dei social media risulta essere maggiore tra gli adolescenti che già di per sé vivono una fase di vulnerabilità, di incertezza, di definizione della propria personalità, di confronto costante e di identificazione con il gruppo dei pari. L’adolescente che fa uso dei social media, si trova a dover affrontare una realtà distorta ed inizia a sperimentare fin da subito i primi sentimenti di frustrazione, attenzione ed insoddisfazione verso il proprio corpo.

Personalmente, trovo giusto che un adolescente curi il suo aspetto e gestisca la sua alimentazione, ma è necessario che lo faccia in modo autonomo e controllato, senza che la gestione della sua alimentazione venga dettata dalle mode o dalle suggestioni collettive. Gli adolescenti affetti dai disturbi alimentari sono un vero e proprio esercito invisibile e silenzioso: raramente raccontano agli altri della loro guerra interiore, spesso si chiudono in se stessi e si lasciano fagocitare da un male troppo grande, troppo forte, troppo crudele. Sarebbe quindi giusto, soprattutto a scuola, parlare di anoressia, bulimia e disturbi alimentari nelle ore di lezione, magari con l’aiuto di un esperto. È da qui che bisogna ripartire per risolvere la situazione: far capire agli adolescenti che non sono soli, ma che questa battaglia si può vincere, esattamente come hanno fatto molte altre persone prima di loro.

 

Alessandra Giorgetta