L’inquietudine dell’inconscio

 

Mi avvento per una via,

che forse mi è nota;

c’è un orsacchiotto, è inquietante:

lo metto nel cassetto e chiudo a chiave.

Su un sasso inciampo,

mi trovo davanti a una vecchia abitazione;

si dice sia infestata, tiro il sasso e scappo via.

Di sassi ne trovo a bizzeffe, li metterò nel cuscino, son duri ma efficaci.

C’è un cagnolino senza un padrone:

è docile, troppo docile, mi vien da piangere.

È troppo per me, lo attacco

e lo condanno per l’eternità.

Inquietudine mi rimanda sempre in questo luogo oscuro,

ma se nei meandri di questo strano posto son costretto a tornare, ci tornerò!

E lo smantellerò atomo per atomo fino a quando mi parrà normale.

Mi spoglierò di tutti gli averi per imprigionare ogni mostro che incontro;

preferisco morir di fame che lasciarli in libertà!

A chiuder l’ultimo mostro, ci penserà la lapide!

Damiano Cassibba 4B Liceo Scientifico-Istituto “G.Carducci“-Comiso [RG]