“Mini-Lisa”, il dipinto più piccolo del mondo

Frutto di un esperimento tra arte e tecnologia di alcuni ricercatori del Georgia Institute of Technology, il quadro più piccolo al mondo ha dimensioni che non raggiungono un terzo di un capello umano ed è visibile solo al microscopio.

Il quadro in questione, chiamato simpaticamente “Mini Lisa”, raffigura la Gioconda ed è largo appena 30 micron.

Ma è l’unica opera esistente così piccola?

No, perché esiste un artista in Italia, Stefano Busonero, che fa proprio questo. Busonero,  crea opere d’arte piccolissime eppure complete, dettagliate e piene di magia. Le sue opere hanno la peculiarità di essere minuscole: alcune raggiungono addirittura 0,25 mm di grandezza ed è anche grazie alla particolarità delle sue opere che è stato inserito nel 1996 nel libro dei Guinness dei primati.

Vi è alla base una sorta di provocazione nel creare opere così piccole, come a volere dimostrare che l’arte può essere espressa e soprattutto manifestata in qualunque modo, anche nelle superfici più piccole. Per osservare le opere di Busonero è necessaria la lente di ingrandimento.
Troviamo i suoi capolavori anche nella cruna di un piccolo ago da sarta oppure  dentro la cavità di un ago da siringa.

Ciò che stupisce dei suoi dipinti microscopici è che la figura tanto piccola, sia ben definita e mantenga la qualità dei quadri più grandi.

Oltre che all’utilizzo di tecnologie sofisticate, protagonisti delle sue opere sono la luce e le tinte equilibrate, la cui sintesi ottica procede in modo razionale.

L’artista è stato chiamato a presentare le sue ‘tele’ nelle più rinomate rubriche televisive, mentre giornali a forti tirature hanno parlato di lui con critica positiva.

Ma ritorniamo alla “Mini-Lisa”, il quadro più piccolo del mondo grazie a una tecnica denominata nanolitografia termochimica.

I ricercatori statunitensi hanno spostato la famosa immagine della moglie di Francesco Giocondo, Lisa Gherardini, ritratta da Leonardo a Firenze tra il 1505 e il 1506, su una ‘tela’ di 30 micron di larghezza, contro i 77X53 centimetri della tela originale, conservata al Louvre di Parigi.

Questa miniatura è stata possibile grazie alla tecnica della “Nano Litografia Termo-Chimica”. Con un microscopio dalla forza atomica, gli scienziati hanno creato reazione chimiche limitandole su una nanoscala. Le diverse tonalità di colore si ottengono semplicemente con le variazioni di temperatura a cui ogni pixel viene sottoposto. Il caldo produce toni come il grigio sulla fronte e sulle mani. Una temperatura più bassa dà origine a colori più scuri, come quelli del vestito o dei capelli. Tra i due pixel c‘è una distanza di 125 nanometri. Questa tecnica dovrebbe consentire una vasta gamma di esperimenti finora inaccessibili e le applicazioni in campi diversi come la nanoelettronica, optoelettronica e bioingegneria.

Diana Pachioli