Cosa c’è da sapere per salvare una vita.

di Gloria Oppedisano, 2B

Nel 2022 il numero registrato di persone morte per omissione di soccorso, in caso d’incidente stradale, era di oltre 40 persone.  Il 21 aprile scorso gli studenti del secondo anno  del liceo Andrea D’Oria di Genova hanno avuto la possibilità  di seguire un corso di pronto soccorso svolto da una collaboratrice della Croce Rossa Italiana.

La prima certezza che abbiamo acquisito è che intervenire, pur sbagliando, è legalmente più giusto di non reagire affatto o  addirittura scappare.

Cosa c’è da sapere di fondamentale in caso di necessità di soccorso?

Innanzitutto gli organi principali sono tre e costituiscono “il triangolo della vita”. Sono i polmoni, il cuore e il cervello. Bisogna assicurarsi che questi continuino a funzionare regolarmente o la situazione si aggraverà.

Il primo gesto fondamentale ed estremamente semplice è quello di chiamare il 112, numero riconosciuto a livello europeo per la sicurezza. La centralina del 112 è geolocalizzata per aiutare i mezzi ad arrivare nel punto esatto in caso di confusione da parte del soccorritore. La  chiamata, a seconda dell’esigenza, verrà trasferita al numero specializzato in materia, come ad esempio il 118 per i problemi fisici. La chiamata  generalmente ha una lunga durata, almeno fino all’arrivo dell’ambulanza col personale medico. In città un’ambulanza ci deve mettere dai 5 agli 8 minuti per arrivare nel luogo richiesto, mentre per eccezioni di zone più isolate si va da un minimo di 12 ad un massimo di 18 minuti. Durante l’attesa dalla centralina arriveranno domande continue sul paziente: una delle prime sarà se le tre funzioni vitali, coscienza,  respiro e circolazione, sono mantenute ed in seguito alla risposta verranno fornite informazioni e consigli su come comportarsi.

I battiti cardiaci normali sono tra i 60 e i 70 al minuto, la coscienza è verificabile attraverso diversi stimoli rivolti al paziente come ad esempio chiamarlo per nome o procurargli un leggero dolore vedendo se reagisce, come un pizzicotto.

In caso di ostruzione delle vie aeree la prima cosa da fare è verificare se è parziale.  Bisogna evitare le pacche sulla schiena date senza un criterio perché rendono l’ ostruzione da parziale a totale. Le due manovre di soccorso sono le pacche sulla  schiena sulle scapole tenendo la persona ferma e la manovra di Heimlich.

Come si svolge la seconda manovra?

Bisogna mettere la mano meno forte delle due con il mignolo all’altezza  dell’ ombelico e l’indice sotto le costole, chiudere a pugno la mano più forte e infilarla nel buco rimasto tra l’altra mano e la pancia del paziente, successivamente bisogna muovere la mano a pugno come se si muovesse un cucchiaino, senza timore di far del male.

Se il soccorso viene prestato, la percentuale di riuscita è del 98%. Dopo 5 minuti in asfissia il cuore va in arresto cardiaco ed iniziano i primi danni fisici, dopo 10 minuti iniziano i primi danni irreversibili al cervello.

Cosa fare in caso di arresto cardiaco?

Innanzitutto il massaggio cardiaco è fondamentale e va fatto con una certa velocità. A livello internazionale sono state riconosciute due canzoni che hanno lo stesso ritmo che bisogna mantenere durante tale operazione: Staying alive e Baby shark.

Se il massaggio cardiaco non dovesse funzionare e vicino a noi trovassimo un defibrillatore potremmo usarlo, tutti possono usare un defibrillatore. Non è difficile come sembra, appena attivato il macchinario inizia a dare le indicazioni su cosa fare e rende tutto più semplice.

Un’altra manovra fondamentale è quella di GAS: Guardo, ascolto, sento.

La posizione più adatta per un soccorso è quella laterale.

In caso di attacco epilettico, invece, le cose che si possono fare per aiutare sono molte meno. Durante una crisi epilettica il cervello si spegne e tutto ciò non può essere fermato, tutto ciò che si può fare è allontanare ogni cosa pericolosa dal paziente e fare attenzione che non sbatta la testa contro qualcosa o che comunque non si faccia male.

L’ultima cosa da sapere è che in caso di un eventuale nostro malore, se ci trovassimo in mezzo a tanta gente, la richiesta di pronto soccorso riconosciuta internazionalmente è quella di alzare le braccia.

È importante soccorrere chi si trova in difficoltà , senza paura né imbarazzo, c’è sempre una buona percentuale di salvataggi riusciti ed è sicuramente meglio di non averci nemmeno provato.