Nodi da slegare e legami da annodare

“Avendo fuggito ogni altro lavoro per paura, mi ritrovo a fare il lavoro che fa più paura a tutti”

di Emanuele Bennati, Alessia Burgos, Laura Odino, Stefano Ribaldone e Martina Rosillo 1d 

Coinvolgente, arricchente e stimolante: questo è stato per la 1D del Liceo Classico “Andrea D’Oria” di Genova il progetto Adotta uno scrittore promosso dal Salone Internazionale del libro di Torino.

Tre incontri intensi, in cui lo scrittore e psichiatra Paolo Milone, autore de “L’arte di legare le persone”, ha raccontato  tutto quello che si cela dietro la scrittura di un libro, sia dal punto di vista emotivo che editoriale.

Il progetto ci ha fatto conoscere un mondo sconosciuto, quello della psichiatria, basato sull’ascolto e sull’aiuto dell’altro.

Letture dei nostri testi e dialoghi formativi hanno caratterizzato le ore trascorse con l’autore e passo dopo passo siamo riusciti a scoprire qualche piccolo sprazzo della vita di uno psichiatra.

Prendendo come spunto il testo dell’autore, ma utilizzando un linguaggio semplice e personale, ci è stato chiesto di scrivere delle lettere e così abbiamo avuto la possibilità di immedesimarci nelle storie dei compagni e di metterci alla prova nella condivisione di sentimenti personali ad alta voce, superando il disagio e la difficoltà di trasferire su un pezzo di carta quelli che sono solo pensieri.

Aver avuto l’opportunità di ascoltare l’interpretazione di un libro direttamente dalle parole dell’autore ci ha stimolati a cercare più a fondo in ogni futura lettura il messaggio che lo scrittore ci vuole trasmettere e ci ha fatto comprendere un modo di esprimersi diverso ed inconsueto.

L’arte di legare le persone” è ricco di metafore: Milone infatti pensa che la poesia sia il modo più semplice per comprendere tematiche complesse, come quella della malattia mentale.

Le metafore creano empatia tra il lettore e lo scrittore e permettono di entrare in un mondo evocativo: il titolo è già di per sé un simbolo, in quanto la parola “legare” si riferisce a stringere rapporti con i pazienti e al tempo stesso “contenere” le persone legandole ai letti quando rischiano di compiere azioni estreme. Il suo tipo di scrittura lascia grande spazio all’interpretazione del lettore, perché è impossibile formulare una teoria che comprenda la complessità umana.

Questi incontri ci hanno anche arricchito umanamente, sia per la sorprendente storia personale dello psichiatra, sia per la passione per il proprio lavoro che abbiamo visto nei suoi occhi, nonostante le tragedie dei pazienti che ci ha raccontato. Ci siamo resi conto dell’importanza di aiutare gli altri nella propria professione e che sentimenti come l’ansia da fallimento o l’insicurezza sono comuni a tantissime persone e non dobbiamo averne timore. Non bisogna infatti lasciare che i problemi diventino montagne insormontabili: quando ci sentiamo sopraffatti dobbiamo solo uscire dal “Reparto 77” per prendere una boccata d’aria fresca.

Un altro elemento che ci accomuna all’autore è il profondo amore per Genova e per il nostro territorio: spesso infatti Milone fa riferimento al mare come valvola di sfogo…..perché alla fine i problemi sono come le onde, arrivano quando meno te li aspetti e ti stravolgono la vita. 

Come sarà l’onda che arriva?

Più alta, più impetuosa della precedente?

E scommetti, l’attendi, la guardi.

Tutte uguali, tutte diverse.

Questo gioco può andare avanti all’infinito,

il grande metronomo non si stanca mai.

Ma a me basta, per andarmene, aver dimenticato

perché sono arrivato.”

 

Un momento dell'incontro finale del progetto al Salone del libro di Torino