E Selene guardava indifferente…

 Selene guardava indifferente le
fatiche degli uomini; esili arti,
volti al cielo in attesa di soave
conforto dalla chiara quietatrice.

Rivolgendo pleonastiche orazioni,
ogni gente dal principio possiede
un pezzo della generosa madre,
intimo rapporto di crucciate stille.

“Oh mia pallida Dea, perché dunque
non ti adoperi alla nostra tutela?”
Perché crucciarsi su questo, dico io!

Non sia già abbastanza la fioca luce
s’un sentiero di riflessione? O non
vi è gaudio d’un onnipresente orecchio?

Mario Varacalli II B Liceo Classico – Istituto “G. Carducci” – Comiso (RG)