Di Martina Cao e Serena Ferrari, classe 3b
Gli alunni del Liceo Classico Andrea D’Oria hanno assistito a due incontri con la giornalista di Repubblica Erica Manna, che ha affrontato il tema dell’Intelligenza Artificiale, in particolare i suoi progressi, le innovazioni, ma anche i pericoli della tecnologia, costantemente in via di sviluppo.
Le innovazioni e i pericoli di una nuova tecnologia che si affaccia sul mondo di oggi
Nel mondo d’oggi siamo immersi in una realtà permeata dalla tecnologia, che ogni giorno avanza con uno sviluppo che appare irrefrenabile, fino a toccare ogni aspetto della nostra società e della nostra vita.
L’Intelligenza Artificiale è un mondo in costante sviluppo che ha dato avvio alla cosiddetta Quarta Rivoluzione Industriale.
Per noi che siamo immersi nel mondo dell’AI (Artificial Intelligence) non è facile districarsi dalle false notizie, perché con esso tutto diventerà sempre più complesso.
Quante volte siamo stati ingannati dai deepfake – video, audio o foto creati dall’intelligenza artificiale, che, partendo da contenuti reali, riescono a ricreare o modificare le caratteristiche e i movimenti di un volto o un corpo di una persona e a imitare fedelmente una determinata voce che circolano sul web?
Varie celebrità, come la stessa Taylor Swift, sono state vittime della divulgazione di falsi video o foto riprodotti grazie all’Intelligenza Artificiale.
Oggi a livello televisivo-mediatico è diffuso ancora un comportamento di pregiudizio negativo verso l’AI , è una narrazione negativa che si nutre di un immaginario che fino a oggi ha sempre raccontato l’idea delle macchine che ci sostituiranno e sovrasteranno.
In qualche modo accade già, poiché l’AI a delle implicazioni pratiche, tecnologiche, politiche, artistiche, tocca ogni aspetto della nostra vita e della nostra società ed è interessante capire dove porteranno gli sviluppi delle tecnologie.
Potenzialità e problematiche ancora aperte sull’AI
Per far capire le immense potenzialità e le implicazioni, che può avere una tecnologia così avanzata sulla nostra vita, anche sulla nostra percezione delle relazioni e della realtà, la serie Netflix “Black Mirror” del 2018 ha anticipato ciò che sta accadendo. Nel film la protagonista, attraverso la tecnologia dell’AI, ricrea il suo partner attraverso le sue chat e i profili social, tutta una mole di informazioni che permettono di ricreare in una certa misura la personalità di un individuo che non c’è più.
Tale avanzamento tecnologico è già in uso. L’azienda coreana DeepBrain, utilizzando tale tecnologia, ha sviluppato un software che permette a chi lo desidera di parlare con i propri defunti, come se fosse una videochiamata. È la persona stessa che sceglie di sottoporsi a una sorta di lunga intervista con gli sviluppatori della tecnologia e una registrazione video. La tecnologia viene addestrata, è una sorta di interfaccia che dà risposte simili a quelle della persona reale.
Sfide
Una delle sfide che si stanno ponendo le tecnologie è la verosimiglianza delle risposte date dall’AI, poiché si deve raggiungere un linguaggio e un comportamento il più possibile naturale, che imiti molto quello dell’essere umano.
Un celebre esempio ben riuscito è quello della modella Emily Pellegrini, che ha spopolato sulle piattaforme social con migliaia di followers.
In realtà non esiste, le sue stesse fattezze sono il frutto di un algoritmo. Si tratta della media delle preferenze estetiche degli utenti sul web.
Molti marchi e case di moda stanno iniziando a usufruire delle modelle digitali.
Ha fatto discutere però tale influencer, poiché non si sapeva fosse finta e molti sono caduti nell’inganno. Si comprende come ci sia ancora ingenuità e una non totale conoscenza dei contenuti che è in grado di offrire l’Intelligenza Artificiale.
Chat GPT: strumento molto agile, ma ancora imperfetto
Il 30 novembre 2022 Sam Altman insieme a Elon Musk hanno creato Chat GPT, un’intelligenza che simula il linguaggio naturale ed è un sistema predittivo generativo.
Si addestra il linguaggio generativo, in modo che sappia rispondere a certi stimoli con efficacia.
Più è allenato più ha un grande bagaglio di informazioni e di dati e più le risposte saranno pertinenti. Fino a poco tempo fa Chat GPT si fermava a dati entro il 2021, molto limitante, recentemente è stato corretto.
Il suo corpus erano libri fantascientifici, romantici, con il tempo è cresciuto e apprende i dati anche per mezzo di articoli di giornale, libri di poesia. Il problema che si pone è quello del copyright.
Ad esempio Chat GPT viene fatta allenare molto attraverso gli articoli del New York Times, che ha fatto causa, proprio perché permane un problema di paternità dei testi. Un’altra questione a monte è chi sia la persona che fa allenare GPT: c’è un problema molto grande di trasparenza.
Attraverso inoltre il problema dei “bias”, ossia una forma di distorsione della valutazione a causa del pregiudizio dei testi su cui si allena Chat GPT, c’è un problema diffamatorio. Problemi aperti che non sono ancora stati risolti a livello internazionale. Il caso della modella Emily pone, per esempio, delle questioni etico-sociali.
Per evitare tali tipi di pregiudizi Chat GPT viene continuamente aggiornato e corretto per andare incontro alla sensibilità con effetti a volte paradossali.
Paternità e maternità artistica, le provocazioni lanciate dagli artisti per la difesa della propria arte
Un ulteriore problema riguardante l’AI è quello della paternità e della maternità artistica: chi ha avuto l’invenzione di un determinato disegno o foto, è merito nostro o della tecnologia?
Proprio su tale tematica è stata lanciata una provocazione dal fotografo tedesco Eldagsen, che ha partecipato al concorso Sony Word Photography Award con un’immagine generata dall’intelligenza artificiale e vincendolo. Ha rifiutato di ritirare il premio, dicendo che ciò dimostra che non siamo ancora pronti a utilizzare l’AI o a un ragionamento rispetto alla creazione artistica.
Gli artisti sono preoccupati che il lavoro artistico venga svuotato di senso.
È il caso dell’artista dissidente cinese, Ai Weiwei, che utilizza la propria anima per porre delle questioni scomode e che si sta preoccupando molto dell’AI. Ha infatti messo in scena una realizzazione artistica che alle 20:24 viene proiettata sui maxi schermi delle grandi piazze a livello mondiale.
L’obiettivo è quello di porre 81 domande all’Intelligenza Artificiale, alle quali pensa non possa rispondere.
È un modo per dimostrare la sua incapacità di rispondere a determinate domande e in maniera sociale e politica alle questioni relative alla campagna politica, alla lotta per i diritti.
E’ convinto che l’AI non possa sostituire l’uomo e condivide le preoccupazioni; inoltre ritiene che il vero rischio sia quello dell’omologazione, di proporre o generare un pensiero standardizzato e banale.
Le fake news diventeranno sempre più invasive e realistiche. Un’altra preoccupazione è quella relativa alla privacy, poiché noi per primi siamo il materiale su cui si allena Chat GPT.
L’Intelligenza Artificiale sta facendo passi da giganti negli ultimi anni, invadendo ogni spazio e per noi che siamo immersi nel mondo dell’AI non è facile districarsi dalle false notizie, dipendere dalla tecnologia.
Saremo in grado, quindi, ad un certo punto di riconoscere la realtà?