Se in campagna elettorale arriva Ashley
di Giovanni Agosti e Tommaso Agostini, 3B
La scienza si evolve tanto velocemente da poter sviluppare nuove tecnologie in grado ormai persino di definire, riassumere, esprimersi con registri e stili diversi, inventare con creatività. E tutto in pochissimi secondi. E’ qualcosa che ci intimorisce.
L’Intelligenza Artificiale (AI) è un ramo dell’informatica che simula il ragionamento umano e può essere sfruttato in moltissimi campi, emulando le capacità cognitive di un cervello umano attraverso un corpus di testi pre forniti.
L’intelligenza artificiale è stata un terremoto, che ha colpito in ogni settore: dalla politica al mondo dell’informazione, dalla medicina alla scuola.
In politica: dai deepfake a Ashley
La politica moderna ha iniziato a confrontarsi con le nuove tecnologie.
La campagna elettorale americana è stato forse il primo grande teatro in cui l’AI si è dimostrata strumento fondamentale a livello politico. Mediante il chat-bot Ashley, Shamaine Daniels (candidata democratica al Congresso) ha potuto contattare indirettamente migliaia di elettori.
Ashley permette, attraverso una profilazione dell’utente chiamato, una conversazione mirata allo schieramento politico dell’interpellato. Questo è stato uno dei primi campanelli dall’allarme sulle potenzialità dell’AI nel suddetto campo.
Per quanto riguarda il partito repubblicano Ma anche tra i repubblicani molti seguaci di Trump si sono serviti dell’intelligenza artificiale per cercare di ottenere l’appoggio della comunità afroamericana. Essi hanno generato delle immagini in cui l’ex presidente è ritratto fra persone di colore.
La BBC ha riconosciuto le foto come false a causa della presenza di mani con dita mancanti o in eccesso e per delle sfumature innaturali del colore della pelle.

Inoltre in seguito a una robocall, nella quale Joe Biden affermava di non volere i voti degli elettori dichiarandosi non all’altezza della carica di presidente, lo stato americano ha deciso di intervenire.
La camera dei rappresentati degli Stati Uniti ha formato una task force atta a delineare i confini dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale.
In ambito giornalistico l’AI è già centralizzante nel ruolo di sintesi, permettendo la scrematura di migliaia di informazioni e facilitando la ricerca delle fonti.
Ha poi anche un importante ruolo nella pubblicazione delle notizie, profilando e indirizzando gli articoli in base al target, in modo da permetterne la diffusione ad un pubblico più vasto e interessato.
L’AI è davvero creativa?
Al centro del dibattito sono le “IA generative”: può un algoritmo sostituire la creatività umana?”
Molti esponenti del mondo del giornalismo affermano che (per ora) non può, poiché i testi generati da AI risultano caratterizzati da un appiattimento rispetto a testi creativi generati da esseri umani.
Non vi è una risposta certa, ma sicuramente le capacità delle IA generative hanno un’evoluzione talmente veloce che tra poco il problema potrebbe non sussistere più.
L’utilità dell’AI in campo medico e farmaceutico
L’intelligenza artificiale sta diventando fondamentale anche nel mondo della medicina. Nella realizzazione di diagnosi è spesso efficace , grazie alla sua capacità di leggere e tradurre i risultati di molteplici esami in tempi ristrettissimi (TAC, ecografia , età…) spesso con ottimi risultati.
Sempre attraverso la decifrazione dei risultati delle visite dei pazienti, l’AI dimostra una crescita esponenziale nelle proprie capacità di intuizione di future problematiche riscontrabili.
Infine nel mondo farmaceutico l’IA può essere fondamentale per accelerare lo sviluppo di nuovi farmaci e terapie.


Si può dunque parlare di rivoluzione dell’intelligenza artificiale in quasi tutti i settori, considerando quanto essa si sviluppi velocemente è impossibile prevedere fino a che punto arriverà.