Lettere dal fronte (7)… ripensando al 25 Aprile

Francia, li 10 aprile 1916

Cara Teresa,

come va? Io abbastanza bene.

Vedo tutti i giorni persone morire, sia perché si sono ammalati sia per colpa di queste nuove armi, sono terribili! Ci costringono ad indossare delle maschere molto fastidiose e che pesano parecchio.

In questi giorni ha piovuto, si è allagato tutto, l’acqua mi arriva alle ginocchia, una sensazione che non vorrei che nessuno provasse.

Nelle stanze dove possiamo dormire, dove sono io, non sono rimasti in tanti poiché molti si sono ammalati e feriti, li hanno portati nelle “infermerie”.

Le mie piccole come stanno? Spero bene; anche se lontano le penso sempre e le immagino sempre più grandi.

So che siete sempre in ansia per me, ma come vedete sono ancora qua, non capisco il senso di questa guerra che genera solo ansia, paura e tensioni. Chi comanda tende a conquistare nuove terre per diffondere la propria cultura oppure perché ha necessità di una terra per ricavarne risorse primarie, ma non pensa che così si uccidono milioni di persone di cui non si conosce la storia. I paesi che hanno sete di conquista, secondo me, non pensano alle conseguenze, ai giovani uomini obbligati a lasciare le proprie famiglie proprio come è successo a me che ho dovuto lasciarvi.

Ogni secondo e ogni respiro che fai in questo luogo potrebbe essere l’ultimo, ho paura di morire, lo ammetto, ma questo comporterebbe allontanarmi da voi e non voglio.

Spero che questa guerra finisca, ho una voglia pazzesca di abbracciarvi.

Ora devo smettere di scrivervi, il rumore delle armi e le grida dei feriti mi obbligano a tornare alla triste e cruda realtà, devo combattere e cercare di sopravvivere ad una guerra che non mi appartiene; ma io devo vivere, devo tornare da voi.  

Vorrei avere vostre notizie sia belle che brutte.

Mi raccomando comportatevi sempre bene piccole mie!

Un abbraccio a te e alle fanciulle

Con affetto,

Guglielmo

Giorgia Bodini, 3G, Secondaria Salvemini