I Cavalieri Templari erano un ordine militare cattolico formato intorno al 1119, i cui membri combinavano l’abilità marziale con una vita monastica per difendere i luoghi santi cristiani e i pellegrini in Medio Oriente e altrove.
Secondo la vulgata, i Templari nascosero parti dei loro tesori in diversi luoghi segreti sparsi in Europa, alcuni dei quali si trovavano in Italia e, a tal proposito, ci piace segnalare in Abruzzo la loro presenza, in particolare a L’Aquila.
Il principale mistero legato sia all’ Aquila che alla storia dei Templari, è individuabile nella “pianta catastale” dell’antica città abruzzese. Infatti la mappa catastale dell’Aquila è l’immagine speculare dello stesso tipo di rappresentazione cartografica dell’antica Gerusalemme. Le due città sorgono su colline, e ponendo a confronto le mappe del centro storico delle due città, si ottiene una sovrapposizione che vede corrispondere il Sud de l’Aquila al Nord di Gerusalemme.
Sin dall’ epoca dei Romani, inoltre, entrambe le città sono divise in quattro parti, una divisione del tutto originale per gli agglomerati urbani dell’epoca. Sempre nella topografia delle due città si osservano delle corrispondenze davvero singolari, come le posizioni del Monte del Tempio e della Chiesa di Santa Giusta, o ancora della basilica di Collemaggio e del Monte degli Ulivi. La disposizione dei rispettivi fiumi, Cedron e Aterno, che fiancheggiano le due città sembra identica. Sono molte anche le similitudini tra due importanti costruzioni: la piscina di Siloe a Gerusalemme e la fontana delle 99 cannelle, entrambe opere di ingegneria idraulica adiacenti ad una porta muraria costruite nella parte più bassa della città.
Lo stesso numero 99 tante volte ricorre nella storia de l’Aquila ed è ricco di rimandi al mondo cristiano e alla città di Gerusalemme: 99 sono le lampade ad olio nelle grotte vaticane, dove sono ospitate le tombe dei Papi; 9 erano i Templari che scavarono per 9 anni nel Tempio di Salomone, e la stanza segreta in cui si supponeva fosse l’Arca dell’Alleanza misurava 9 x 9 m; le coordinate geografiche della città sono: latitudine 42”21’ (la cui somma 4+2+2+1= 9), longitudine 13”23’ (somma 1+3+2+3= 9). Inoltre, Gerusalemme ha come numero 66, il valore numerico corrispondente alla parola Dio. L’Aquila, è la sua copia occidentale, progettata con i punti cardinali topograficamente invertiti, così come invertendo 66 si ha 99.
Un altro collegamento tra L’Aquila e i Templari deriva dal rapporto tra l’ordine e Papa Celestino V. Infatti i Templari si dedicarono alla ricerca dei tesori del Tempio di Gerusalemme, reliquie dai poteri immensi come il Santo Graal, andate perdute nel corso dei secoli. A conferma abbiamo il documento Schiffman del 1775, che elenca le reliquie in possesso dell’ordine e pone al primo posto l’indice della mano destra di San Giovanni Battista, donata all’ordine da Re Baldovino di Gerusalemme. Quando vennero arrestati, affidarono a Celestino V le reliquie, che sarebbero poi state custodite a L’Aquila, e forse Celestino abbandonò il Papato anche per cercare il tesoro del Tempio del re Salomone. Tuttavia non ci sono tracce certe, ma solo lo stemma del Re Salomone sulla tomba del Papa.
Pietro da Morrone incontrò i Templari durante il suo viaggio verso Lione, per recarsi al Concilio voluto da Papa Gregorio X, e proprio in questa occasione strinsero un rapporto di fiducia. Durante il suo rientro si fermò a L’Aquila, dove costruì un Santuario dedicato alla Madonna, visto che aveva sognato lei stessa fargli questa richiesta. Inoltre, raccontò di aver incontrato un cavaliere, un angelo che lo avrebbe protetto. In un affresco nella Basilica di Collemaggio, compaiono proprio Celestino e l’angelo con la croce rossa dei Templari.
Per la brevità dei tempi di costruzione, molti credono che siano stati i Templari ad intervenire, anche per ricambiare il favore fatto da Celestino V, con le loro conoscenze. Sembra infatti che essi avessero rinvenuto, nelle rovine del tempio di Gerusalemme, documenti relativi alle leggi divine dei numeri, dei pesi e delle misure, che avrebbero fornito solo ai fidati maestri costruttori di cattedrali. Non a caso, le cattedrali gotiche iniziarono a fiorire proprio nel 1128, l’anno di ufficializzazione dell’Ordine dei Templari, e rappresentano dei veri e propri libri di pietra, ricchi di simboli, codici e conoscenze che solo agli iniziati è dato di comprendere. L’influenza templare è visibile nella Basilica di Colle Maggio, in particolare nelle forme ottagonali che ricorrono, nei suoi due colori e in una rappresentazione dei due cavalieri su un solo cavallo presente nei loro sigilli.
Giulia Salerni