L’amicizia nell’era dei social

L’amicizia nell’era dei social ha assunto nuove dimensioni e sfaccettature, ha modificato profondamente la vita e le relazioni di ognuno. Si pensa possa bastare un semplice click per trasformare qualcuno in “amico”, ma l’amicizia, al contrario, ha bisogno di condivisione, affetto e fiducia, tutte cose che si costruiscono grazie al tempo. Le amicizie condizionate dai social mancano di alcuni aspetti fondamentali che costituiscono un’autentica relazione umana. Grandi assenti sono il corpo e il linguaggio non verbale, che permettono di comunicare sfumature emotive fondamentali all’interno di una relazione. Seguire le pagine social, scambiarsi emoticon o like, chiacchierare in una chat, non possono sostituire il contatto umano, l’atto del parlarsi e dell’ascoltarsi, il vivere giorno dopo giorno esperienze quotidiane assieme. 

Sui social è più semplice mentire, camuffare il proprio stato emotivo, pubblicare contenuti che proiettino un’immagine di sé poco corrispondente a quella reale: è più facile insomma mostrarsi diversi da come che si è. Sui social le persone tendono a presentare una versione idealizzata, mostrando solo i momenti migliori della propria vita.

Va comunque riconosciuto che i social hanno reso più facile mantenere i contatti con amici lontani e coltivare relazioni a distanza. Costituiscono infatti un utile e pratico prolungamento delle relazioni reali. La riduzione delle distanze consente alle persone di mantenersi facilmente in contatto o superare momenti di solitudine. 

I social permettono di dare una certa continuità a relazioni che altrimenti sarebbero destinate a chiudersi, e di riavvicinare persone che negli anni si sono perse di vista ma non si sono dimenticate. 

I social offrono inoltre la possibilità di trovare nuovi potenziali legami di amicizia significativi: consentono di unire persone che hanno interessi simili e che magari difficilmente si sarebbero incontrate, così come sono spesso il tramite per partecipare a eventi di aggregazione dal vivo, da cui possono generarsi rapporti di amicizia solidi e duraturi. 

Aristotele considerava l’amicizia una virtù, qualcosa di indispensabile alla vita “senza amici nessuno sceglierebbe di vivere”. Sulla scia di Aristotele,  anche Cicerone, nel De amicitia,  ne esplora l’importanza, mettendo in evidenza come essa sia essenziale per una vita virtuosa e felice.

L’amicizia è il bene più prezioso, quel sentimento limpido e disinteressato che non nasce dalla ricerca dell’utile, ma da un’inclinazione naturale che unisce due o più persone. È ciò che è “più adatto alla natura umana ed è conforme sia alla buona che alla cattiva sorte. Chi osserva un vero amico, osserva l’immagine di se stesso”.

L’amicizia, quella vera, è un bene prezioso perché proviene dal cuore, bisogna metterla al di sopra di tutto: non l’amicizia per “convenienza”, ma solamente quella che dimostra lealtà, onestà, imparzialità, generosità. La vera amicizia si basa sulla sincerità reciproca, non ci deve essere disparità: gli amici devono considerarsi alla pari, e devono essere pronti a sostenersi l’un l’altro in ogni situazione. L’amicizia rende la vita più sopportabile. Ha un valore educativo, in quanto un amico può essere preso come modello di comportamento.

Sinceramente non so fino a che punto un’amicizia possa essere effettivamente educativa in quanto tutti abbiamo caratteri diversi, ma di certo può renderti la vita più leggera. A diciassette anni è normale non sapere chi si è; si compiono sbagli pur di non mostrarsi insicuri. Può capitare a volte di sentirsi spaesati e pensare che sia normale commettere stupidaggini in cambio di un po’ di svago, ma quando il divertimento finisce torniamo a riflettere su di noi e, quando sentiamo di stare per annegare, ecco che il vero amico ti lancia un salvagente per farti stare a galla. Un amico non se ne rende conto, ma ti salva tutti i giorni. 

Nicole Manzi