Di Camilla Demartini, 1D
Situato nella parte più interna della Valbrevenna, il castello di Senarega racchiude secoli di storia.
In questa intervista, esploreremo i segreti e la storia di questo antico castello attraverso le parole del sindaco di Valbrevenna, Michele Brassesco.
Signor Brassesco, la ringrazio per averci ospitato qui oggi. Per iniziare, potrebbe fornirci una panoramica sul ruolo del castello nella storia e nella cultura locale di Valbrevenna?
Il castello è nato come posto di gabella, quello che adesso si chiamerebbe dogana, perché su Senarega transitava una delle tante Vie del Sale (ndr. vie di commercio dove passavano i commercianti che portavano i prodotti dal mare verso pianura e viceversa) ed uno dei prodotti essenziali da sempre è stato il sale.
Nel 1838, il castello passò dai Senarega ai Fieschi ed in questo periodo veniva utilizzato come “casino di caccia” dei signori, che al tempo potevano contare su una fauna ricca e varia, tra cui l’orso. Si dice che ai tempi dei Senarega, nel castello ci fosse una camera di tortura, dove si costringevano i prigionieri ad ammettere le proprie colpe. Una particolarità strutturale era che il castello avesse già in origine un proprio acquedotto, visibile ancora oggi. Il sistema faceva sì che l’acqua in esubero al castello passasse al villaggio sottostante per le famiglie dei contadini.
Alla fine dell’800, il castello è stato affidato alla curia da cui venne utilizzato come scuola. Nella storia recente il castello ha ospitato una comunità di recupero per tossicodipendenti. Negli ultimi anni, infine, è stato acquisito in comodato trentennale dall’Ente Parco dell’Antola.
Sindaco, potrebbe fornirci un aggiornamento sullo stato attuale di conservazione del Castello di Senarega?
Il castello è stato ristrutturato mantenendo e rispettando le strutture originarie e gli stessi metodi costruttivi. L’edificio è formato da tre parti: una torre di tre piani, un corpo più basso dove sono presenti le camere e un perimetro ridotto dove è situata la cucina.
All’epoca della costruzione, i prodotti utilizzati venivano prelevati in loco: dalle cave, dal fiume e dalle varie lavorazioni come quella della calce. Per la copertura del tetto del castello venivano utilizzate le ciappe (pietre sottili). Siccome non esiste più la produzione di queste ciappe, abbiamo utilizzato delle ciappe in ardesia con una forma identica alle originali.
Il castello è oggi arredato e pronto per essere preso in gestione da eventuali interessati.
In merito alla valorizzazione del castello, le molte opere di restauro sono ultimate, ma potrebbero essere necessarie delle piccole modifiche.
Il castello, quindi, è aperto al pubblico? In caso contrario, ci sono piani per renderlo accessibile ai visitatori?
In questo momento non è aperto al pubblico perché non ha un gestore, ma su richiesta lo si può visitare.
Quali sono i piani futuri per il castello di Senarega e come la comunità locale può contribuire al suo mantenimento e sviluppo?
La prospettiva augurabile sarebbe quella del suo utilizzo come micro albergo; questo sicuramente porterebbe grandi vantaggi economici e apporterebbe un vantaggio per tutta la valle, perché si potrebbero intrecciare nuovi business.
Ringrazio sinceramente il sindaco di Valbrevenna, Michele Brassesco, per aver condiviso con noi queste preziose informazioni sul Castello di Senarega.

