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Chi ha messo Bella nell’olmo? Un mistero lungo ottant’anni

Nel 1943, in piena seconda guerra mondiale, nel Worcestershire il ritrovamento di un cadavere in un contesto quanto mai insolito diede inizio a un mistero che pare essere uscito da un romanzo giallo di altri tempi.

Quattro ragazzini si avventurarono all’interno di una tenuta privata, in cerca di uccelli e dei loro nidi, per portare a casa qualcosa da mangiare. Uno di loro, Bob Farmez, notò un grosso olmo montano e decise di salirvi per vedere se tra i suoi rami c’era qualche nido d’uccello dal quale rubare delle uova. Rovistando all’interno del tronco cavo notò qualcosa di bianco e pensando si trattasse appunto di un uovo lo afferrò senza pensarci troppo ritrovandosi invece in mano un teschio umano.

Tornato al suolo il giovane informò i suoi compagni di quanto aveva trovato e i quattro deciso per il momento di tacere in quanto, dopotutto, stavano sconfinando in una proprietà privata per bracconaggio e non volevano finire nei guai. La cosa però era troppo grossa per essere tenuta nascosta e uno di loro, non appena rientrato a casa, informò i genitori che chiamarono la polizia la quale si recò sul posto e, dopo aver esaminato l’albero, trovò nascosto al suo interno un intero scheletro che si riconobbe appartenere ad una donna.

Gli abiti erano in gran parte deteriorati dal tempo e dall’esposizione agli agenti atmosferici, ma si stabilì che si trattava di tessuto di bassa qualità; oltre a ciò vennero trovati nei dintorni anche un anello di simil-oro e una scarpa. All’interno della bocca un pezzo di stoffa in taffettà che fece supporre che la vittima fosse stata soffocata.   

Grazie alle impronte dentali della vittima, vennero contattati tutti i dentisti del paese; ogni caso di persona scomparsa venne passato al setaccio. Non ci fu nessuna corrispondenza.

Il 24 aprile dello stesso anno, un giornale locale pubblicò la presunta descrizione della vittima, con i rispettivi dati. All’esito dell’esame da parte del medico legale si poté affermare che i resti appartenevano ad una donna approssimativamente di trentacinque anni, con capelli castani, altra 1.52 m e che probabilmente aveva avuto almeno un figlio; venne anche determinata la data del decesso in circa diciotto mesi prima del ritrovamento quindi approssimativamente nell’ottobre 1941. Il medico legale ci tenne ad escludere l’ipotesi dell’incidente o del suicidio, parlando esplicitamente di omicidio che, per altro, specificò doveva essere avvenuto nelle immediate vicinanze dell’olmo in quanto il cadavere era certamente stato inserito all’interno dell’albero prima del sopraggiungere del rigor mortis in quanto altrimenti la rigidità muscolare avrebbe reso impossibile il tutto.

Col passare del tempo, il caso iniziò perdere l’interesse del pubblico e della polizia finché, nei giorni di natale del 1943, sul muro di una casa nella vicina cittadina di Old Hill apparve scritto con un gesso “Who put Luebelle down in the Wych Elm?” cioè “Chi ha messo Luebelle nell’olmo?”. Nei mesi successivi la stessa scritta, solo con il nome progressivamente cambiato in Bella e l’assenza della parola down, iniziò ad apparire un po’ in tutte le West Midlands, a volte anche giocando sull’assonanza tra la parola wych e witch cioè strega in inglese.

Qualcuno dunque sembrava conoscere l’identità della donna che fino a quel momento era rimasta senza nome. Da allora, di tanto in tanto, lo stesso messaggio continuava a comparire, con alcune variazioni, sui muri di Birmingham.

Col tempo sono state prodotte diverse teorie: alcuni hanno pensato che la morte della donna fosse frutto di un rituale satanico. Il ritrovamento della mano, lontano dal resto del corpo, poteva far presumere ad un rituale della “Mano di gloria”. Questo famoso rituale occultista si basa sul prendere la mano di una persona morta per impiccagione e usarla come “candelabro” per delle candele fatte con il grasso della medesima persona impiccata al fine di ottenere un oggetto dai grandi poteri magici. 

Le autorità formularono invece l’ ipotesi che la mano della donna fosse stata portata via da animali affamati. Un’ulteriore ipotesi vide come vittima Clara Baverce, attrice, cantante e spia, paracadutatasi nelle Midlands. Non è chiaro come questa fosse finita nell’olmo, anche perché i registri catalogarono la sua morte a Berlino nel 1942.

Forse con le tecnologie odierne, si sarebbe potuto risalire all’identità della donna tramite tracce del suo DNA. Nessuna delle teorie sopra citate ha raccolto elementi sufficienti da poter essere considerata concretamente anche solo una possibile soluzione al mistero. 

Perché nascondere un corpo in un modo così specifico?  Chi ha lasciato Bella nell’olmo ? Chi è l’autore delle scritte sui muri?

 

                                     Giulia De Simone