Una mattina con Don Ciotti per i liceali genovesi

La cultura è importante per lottare contro la mafia 

di Eleonora Capone e Isabella Manni , 2B

Don Luigi Ciotti. si è raccontato ai liceali genovesi in una mattinata di fine maggio.  

Il sacerdote, famoso per aver fondato nel  1995 “Libera”, ci ha raccontato come è iniziato il suo percorso in qualità di attivista: in giovane età si trasferì con la famiglia a Torino, seguendo il padre per ragioni lavorative.

A Torino all’età di diciassette anni riuscì a capire quale fosse la sua vocazione grazie ad un uomo che vide seduto su una panchina. Ci racconta di averlo incontrato lungo il tragitto per raggiungere la scuola: lo vedeva sempre immerso nella lettura, fino a che un giorno decise di scendere dal tram per parlargli, con il pretesto di offrirgli un caffè.

Inizialmente non risponde alle sue domande, così il giovane Don Ciotti decide di fermarsi accanto a lui e aspettare.  L’uomo continua ad ignorarlo, cosa che lo porta a pensare che sia sordo. Ad un tratto avviene uno scontro tra due macchine, l’uomo alza la testa per capire da dove provenisse il rumore e quindi Don Ciotti capisce che non è sordo.

Per giorni consecutivi l’uomo lo ignora, nonostante lui si fermasse sempre dopo scuola qualche momento insieme a lui, ma decide di non arrendersi fino a che – trascorso un po’ di tempo – riuscì a scoprire che era un medico, la cui famiglia era morta in un incidente d’auto.

Ci spiega che in Italia, fino a quel momento (anni ’50), non si era mai sentito parlare di droghe. Tra i primi episodi- ci racconta Don Ciotti –  c’erano alcuni giovani che proprio lì vicino facevano utilizzo di .stupefacenti, Assieme al medico osservavano questi giovani.

Dopo aver capito che erano vittime della droga, il giovane Luigi decide di prendere provvedimenti e, con l’aiuto di altre persone, fonda un “centro di recupero”, dimostrando già in giovane età generosità e spirito di iniziativa.

Durante l’incontro Don Ciotti – che oltre a impegnarsi nella lotta alla droga, ha costantemente combattuto contro le mafie,  ha fatto anche riferimento alla strage di Capaci, raccontandoci che pochi giorni prima che accadesse la strage, si era visto con Giovanni Falcone per collaborare, promettendosi di rivedersi per un semplice caffè, cosa che non avvenne mai, dal momento che Falcone venne ucciso da lì a poco.

E’ stato un incontro ricco di spunti, che ha affrontato concetti profondi e attuali, ricordandoci che non è Don Ciotti singolarmente a lottare contro la mafia, ma centinaia di persone che lo affiancano.

Un elemento fondamentale per la lotta contro le mafie e certamente la cultura che serve a distruggere la criminalità che è organizzata e radicata in tutta Italia.

La lotta contro le mafie non deve avvenire solo in casi singoli di emergenza, ma deve essere costante contro criminalità, corruzione e illegalità.