Ecco l’emozionante elaborato con cui Anna Mazziotta, attualmente della classe V AL del II istituto di Istruzione Superiore “A. Ruiz” di Augusta, Liceo Scientifico delle Scienze Applicate, si è aggiudicata il primo premio al concorso “Da grande farò il medico perché” indetto dall’ Ordine dei medici di Siracusa.
Augusta, 18\05\2024
Cara Sara,
stanotte ho fatto un sogno. Era uno di quelli che ti fanno svegliare con il sorriso, con la felicità per affrontare la giornata. In questo sogno c’eravamo io e te, insieme. Eravamo vestite in maniera particolare, con un camice bianco addosso. No. Aspetta, non penserai mica che era halloween e ci stavamo travestendo da fantasmi! Il mio sogno era qualcosa di più. C’eravamo noi, dentro una stanza, con degli stetoscopi appesi al collo e con una cartella clinica tra le mani. Sai Sara, eravamo riuscite a realizzare il nostro sogno, eravamo medici. Così, questa mattina, appena sveglia, sono corsa in garage per cercare la cosa che più amavamo da piccole. Ed eccolo lì, il nostro giocattolo preferito, il Cicciobello bua. Ricordo ancora quando, da piccole, andavamo a casa della nonna e iniziavamo a giocare, cercando di curarlo e farlo smettere di piangere. Gli misuravamo la febbre, gli davamo lo sciroppo o ascoltavamo il battito del suo cuoricino. Da lì abbiamo iniziato a sognare in grande, senza mai lasciare andare il nostro sogno. Lo abbiamo stretto forte, come quando un bambino protegge il giocattolo a cui è più legato e lo porta con sé ovunque; lo conserviamo nel nostro cuore, che ci porta a scegliere ciò che ci rende felici. Noi, cara Sara, la nostra scelta l’abbiamo fatta. Forse non è una scelta semplice o veloce. La Medicina richiede impegno e costanza, ma soprattutto passione e amore. Entrambi sono un qualcosa di grande, a volte immenso. Forse al giorno d’oggi sono valori che vanno perdendosi, ma credo siano virtù fondamentali per chi insegue il sogno di fare il medico. In fondo tutti abbiamo un sogno, grande o piccolo che sia, e non c’è felicità più grande di quando si riesce a realizzarlo. Lo so cosa stai pensando, il nostro, di sogno, è difficile da realizzare, però anche questo fa parte del lungo percorso chiamato vita. Con determinazione e a piccoli passi stiamo riuscendo a costruire il nostro futuro. Studiando, frequentando il corso di Curvatura Biomedica e continuando ad esercitarci per i tolc, stiamo impostando i piccoli tasselli che ci porteranno a raggiungere la nostra aspirazione, quella vetta che, adesso, ci appare così lontana e così alta, quasi irraggiungibile.
Continuo ad immaginare un futuro dove il sogno di questa notte si realizzi. Io e te, come quando eravamo piccole, insieme a fare il lavoro che abbiamo sempre sognato. Svegliarsi la mattina con la consapevolezza che puoi salvare la vita di una persona o aiutarla a stare meglio, capire di che patologia si tratti e diagnosticare le cure per questa. Sono consapevole che, a volte, dovremmo fare i conti con la morte, riuscendo a superarla in maniera quasi misteriosa, ma diventare medico rimarrà comunque la mia aspirazione più grande. Sai Sara, la morte è forse l’aspetto che mi spaventa di più. “Perché a un malato incurabile bisogna sorridere spesso, mentre a uno curabile bisogna cantare”, così diceva la dottoressa Virdimura, una donna coraggiosa e compassionevole vissuta a Catania nel 1300, la prima donna medico ad aver ricevuto la licentia curandi, nonostante tutte le opposizioni del tempo, nonostante il suo essere additata come “strega”, nonostante il suo essere donna. Leggendo la sua storia, ho assunto sempre più consapevolezza del mio sogno e dell’importanza di stare vicino a chi soffre a causa di una malattia.
Immagina, Sara, di poter dire di aver salvato la vita di qualcuno, di camminare per i corridoi di un ospedale e infondere fiducia con il tuo sguardo, entrare in una sala dove c’è un’isola neonatale. Avvicinarti a quest’ultima e sentire il battito di una piccola creatura a cui hai dato la possibilità di crescere, perché sei riuscita a salvarla. Ecco Sara, questo è ciò che desidero di più, diventare un chirurgo pediatrico. Mi piacerebbe avere la consapevolezza di aver donato una “nuova vita” a chi, di vita, ne ha vissuta veramente poca. Voglio diventare un medico perfezionista, che non smette mai di imparare e di studiare, anche dopo anni di esperienza. Saprò farmi carico delle responsabilità e abbracciare i miei piccoli pazienti per infondere loro coraggio contro il dolore. I bambini sono così dolci e innocenti, che mi riempirebbe il cuore di gioia sapere di essere il motivo per cui loro hanno potuto crescere, imparare a camminare, attraversare la fase dell’adolescenza fino a diventare adulti e fare il lavoro che desiderano. Giocare, correre in un prato, fare il bagno in piscina, ridere a crepapelle, ma soprattutto realizzare i loro sogni, così come spero che anche io e te riusciremo a fare.
Nonostante tutte le persone che provano a sviarci da questo percorso di studi, io continuo a guardare ad un futuro dove ci siamo noi che camminiamo nei corridoi di un ospedale, a testa alta, sapendo di stare facendo ciò che più ci rende felici… per sempre.
La tua Anna
Anna Mazziotta 4AL