Una passeggiata a Cupello

Cupello è un piccolo centro urbano della Comunità montana Medio Vastese. Il nome deriverebbe dalla presenza di miniere di argilla, materiale utilizzato per costruire le tegole (cuppelle) che ricoprivano le capanne, oppure da cappella, come allusione all’antica cappella dedicata al patrono S.Rocco. Vi sono tante altre ipotesi riguardo il nome, come quella, ad esempio, della tradizione orale che collegherebbe la voce dialettale del paese al latino “in lucum pellere“, cioè spingere nei boschi, con riferimento alle invasioni turche che spinsero nei boschi il nucleo originario dell’abitato. 

Nell’arco del tempo Cupello ha subito diverse dominazioni, da quella spagnola a quella austriaca, da quella borbonica a quella francese. Non si è risparmiata neppure la presenza tedesca durante la seconda guerra mondiale. Il paese era situato sulla Linea Barbara, una linea fortificata approntata in Italia nel 1943 dal comando tedesco. Proprio nel ’43, durante i bombardamenti anglo americani (i bombardieri attaccarono la città dopo aver studiato le postazioni tedesche attraverso foto scattate con aerei di ricognizione il giorno precedente), persero la vita tanti innocenti. Nella zona tra la fontanella e lo stadio comunale troviamo oggi il monumento ai caduti con incisi i nomi delle 106 vittime dei bombardamenti del 2 e del 3 novembre 1943.

La chiesa della Madonna del Ponte, distrutta dagli eventi bellici, venne ricostruita dopo la II Guerra Mondiale e custodisce la preziosa statua lignea policroma della Madonna con il Bambino ( XV secolo).

Nel centro storico sorge Palazzo Marchione, uno degli edifici storici più suggestivi e meglio conservati. Sul finire della II guerra mondiale, il palazzo divenne sede del comando dell’esercito tedesco e fu testimone dei tragici bombardamenti del ’43. Pur non essendo un vero e proprio palazzo fortificato, nel cortile interno presenta fuciliere e feritoie per la difesa frontale e angolare. Oggi è sede del Municipio. 

C’è tanto altro da scoprire passeggiando per Cupello, la “città che legge”, come testimonia la scritta all’ingresso del paese. Magari, l’occasione giusta  per conoscere questo meraviglioso borgo è sicuramente il Festival del Carciofo, prodotto per eccellenza del territorio. Il carciofo “mazzaferrata”, chiamato così per la sua forma che ricorda l’antica arma medievale, è diventato nel corso degli anni un simbolo importante del territorio.

                                     Valentina Pasquali

                                      Arianna Silvestri