Sono quasi trascorsi due anni dalla scomparsa di una delle più brillanti stiliste e una delle più influenti attiviste che si siano viste negli ultimi cinquant’anni: il 29 dicembre 2022 moriva Vivienne Westwood e con lei il suo grande spirito sovversivo, che l’ha accompagnata nella vita e nella moda.
Nasce in Inghilterra come Vivienne Isabel Swire, solo dopo acquisirà il noto cognome “Westwood” dal marito che lascerà per seguire la sua passione.Apre il suo primo negozio assieme a quello che sarà il futuro manager dei Sex Pistols, Malcolm McLaren, band la cui estetica sarà fortemente influenzata dai capi creati dalla stilista; Westwood inizia ad osare usando l’abbigliamento come mezzo di espressione: rielabora capi storici e andati come il corsetto o la crinolina, modernizzandoli e riportandoli in voga.
Per le sue creazioni Vivienne Westwood ha ricevuto encomi di ogni tipo: intitolata per ben due anni di fila “Designer of the Year” nel 1990 e nel 1991, la stessa regina Elisabetta II le ha prima conferito l’OBE (la massima onorificenza del Regno Unito) e poi l’ha nominata Dama Commendatrice dell’Impero Britannico.
«Too fast to live, too young to die»
Questo è uno dei nomi che nel tempo ha avuto il primo negozio di Vivienne Westwood, in seguito è diventato soprattutto uno dei più celebri e iconici slogan del brand. Letteralmente: “Troppo veloce per
vivere, troppo giovane per morire”; rappresenta a pieno l’ideologia della stilista che aveva una mentalità sovversiva e alternativa. Per citare alcune delle cause per cui si batteva abbiamo: la lotta al cambiamento climatico, il disarmo nucleare, i diritti civili delle donne e la propaganda vegetariana.È sempre stata una voce fuori dal coro, anteposta a quelle che sono le consuetudini, eppure, anche cambiando spesso idee e direzione, è sempre riuscita a rimanere se stessa e a portare avanti la sua trasgressione. Vivienne Westwood ha usato il caos per creare uno dei più grandi geni che il mondo abbia mai conosciuto.
Gabriele Scarpone