«Questa è la storia di un lui e di una lei, ma vale la pena chiarirlo subito: non è una storia d’amore»
Inizia così “500 giorni insieme”, brillante dramedy del regista Marc Webb, uscito nel 2009 e che, ancora oggi, è uno dei film più noti e amati del genere.
Il film racconta la relazione fra Tom, interpretato da Joseph Gordon-Levitt, e Sole, interpretata da Zooey Deschanel; i due, dopo essersi conosciuti a lavoro, intraprendono una storia discontinua e frastornata dai loro sentimenti non corrisposti.
I 500 giorni sono quelli in cui la storia prende piede e non, come si potrebbe pensare, i loro giorni insieme. Il film fonda il suo significato sui nomi che, per esigenze narrative, sono stati modificati nella versione italiana: Summer diventa Sole, Autumn diventa Luna e il titolo, 500 days of Summer, cambia in 500 giorni insieme.
Il film racconta di tutte quelle storie che non sono mai state d’amore, ma nemmeno di amicizia; probabilmente è proprio grazie a questa grande capacità di far breccia nei sentimenti più incompresi e difficili che la pellicola riscuote grande acclamazione, soprattutto tra i giovani.
Il tutto viene raccontato attraverso una sceneggiatura abbastanza scandita; ogni scena è accompagnata dall’indicazione del giorno e caratterizzata dall’utilizzo di vari accorgimenti quali l’uso del bianco e nero, che mira a rendere, nel modo più esplicito possibile, i sentimenti dei personaggi; questo è proprio il lascito della grande esperienza di Webb nella produzioni di videoclip per artisti del calibro degli Evanescence, dei Green Day e dei My Chemical Romance.
Dopo l’uscita il film ottiene la nomination ai Golden Globe per miglior film commedia e per
miglior attore in un film commedia a Joseph Gordon-Levitt; nei cinema ha avuto un incasso mondiale di circa sessantuno milioni di dollari di cui trentadue milioni solo negli Stati Uniti.Quella di “500 giorni insieme” è una visione da consigliare a chi si sente solo, a chi ha voglia di scoprire che non esiste solo l’amore perfetto ma anche l’amore che si perde e che muta col passare del tempo.
Gabriele Scarpone