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La canoa e il mountain biking come sport per scoprire il Tirino

Abbiamo vissuto l’esperienza del nostro territorio abruzzese attraverso un’uscita presso il fiume Tirino praticando sport quali canoa e mountain biking.
Il mountain biking è uno sport che consiste nel guidare le MTB, biciclette rigide e dotate di ammortizzatori, su sentieri di montagna. La mountain bike nasce alla fine degli anni settanta in California, ma  solamente negli anni ottanta vennero vendute e prodotte su larga scala. All’epoca erano delle semplici biciclette con telai più robusti, ruote più larghe e manubrio dritto e alcuni pezzi erano presi direttamente dalle BMX.
I più grandi produttori del settore non considerarono l’esplosione degli sport d’avventura: i primi produttori di MTB furono infatti dei grandi investitori, dato il livello di diffusione che questa disciplina ha avuto dagli anni novanta ad oggi.


Il mountain biking come sport agonistico viene riconosciuto ufficialmente dalla UCI (Unione Ciclistica Internazionale) solo nel 1990, quando si svolsero i primi campionati del mondo in Colorado.
Esistono diverse categorie in questo sport: dal cicloturismo, una pedalata non agonistica che permette di ammirare il paesaggio, al downhill e al dirt jumping, nei quali si compiono salti e discese tecniche su sentieri naturali o artificiali: esistono infatti molti parchi dedicati ai biker con strutture di legno costruite nella natura che formano tracciati in discesa di diverse tipologie e difficoltà.

Per approfondire, invece, lo sport della canoa partiamo dal significato della parola.
Con il termine canoa raggruppiamo vari tipi di imbarcazioni che hanno in comune il fatto di essere spinte e manovrate con delle pagaie.
In ambito sportivo utilizziamo il termine “canoismo” e distinguiamo due stili di voga: il kayak e la canoa canadese.

L’idea di usare la canoa per svago e sport è spesso attribuita all’esploratore scozzese John MacGregor (1825-1892), che la notò per la prima volta nel 1858, durante un viaggio tra Canada e Stati Uniti. Al suo ritorno in Gran Bretagna si fece costruire una canoa, con la quale navigò corsi d’acqua nel Regno Unito, in Europa e nel Medio Oriente. Nel 1866 fondò a Londra il Royal Canoe Club che nel 1874 organizzò la prima gara di canoa, la Paddling Challenge Cup. Solamente nel 1987 il CONI ha riconosciuto la FICK (Federazione Italiana Canoa Kayak).
Come in molti sport, vi sono specialità individuali, di gruppo e di squadra.
In prevalenza l’obiettivo è la velocità, come nella canoa velocità e nella canoa discesa, ma vi sono anche gare dove risalta la capacità di controllare il mezzo, come nella canoa slalom, o il gioco di squadra, come nella canoa polo.


Il Kayak e la Canoa d’acque piatte (flat water racing) sonoconosciute anche come kayak olimpico o canoa olimpica, in quanto presenti ai Giochi olimpici dall’edizione del 1936. Dopo l’inserimento della specialità slalom alla XX edizione dei Giochi Olimpici del 1972 il termine olimpico verrà sostituito con velocità.
Le imbarcazioni utilizzate per questo sport sono lunghe e strette, con pesi variabili a seconda della distanza di gara. Insomma questo sport ha tante sfaccettature e ci affascina anche per la sua continua evoluzione.
Negli ultimi anni, infatti, sono state apportate sostanziali modifiche per quanto riguarda il materiale e la costruzione di pagaie e canoe.
Precedentemente, le regole ICF prevedevano una larghezza minima dell’imbarcazione, ma dal 2001 le barche hanno subito una consistente evoluzione. Non è raro che alcune tra le più famose case produttrici si avvalgono delle migliori consulenze ingegneristiche navali, per assicurare scafi di qualità sempre migliore.
Per quanto riguarda i materiali, fino a qualche anno fa il più comune era il vetroresina, diretto sostituto del legno; al giorno d’oggi, per quanto riguarda imbarcazioni da gara, i materiali più usati sono il carbon/kevlar e la fibra di carbonio pura: a seconda della competizione viene scelto il materiale più adatto.

Sono dunque due sport che ultimamente stanno vivendo un grande sviluppo e che ci hanno permesso di vivere al meglio l’uscita sul Tirino dandoci la possibilità di ammirare i paesaggi abruzzesi in modo diverso ed unico e permettendoci di sperimentare qualcosa di nuovo.

Stefano Di Minni

Giuseppe Romagnoli