Era una normale partita di campionato della domenica tra Fiorentina e Inter quando, al minuto 17, il calciatore romano Edoardo Bove si accascia improvvisamente al suolo. L’ atmosfera è subito preoccupante: i giocatori di entrambe le squadre si recano immediatamente dal giovane ormai incosciente per eseguire le manovre di primo soccorso. Nel frattempo l’ intero stadio è sotto shock; nessuno si sarebbe aspettato un evento così tragico durante una magnifica giornata sportiva.
Dopo il terrore iniziale, Bove viene trasportato d’urgenza all’ Ospedale Careggi di Firenze. Il primo bollettino medico, sebbene escludesse danni cardiologici e neurologici, ha affermato che il calciatore romano si trovava in sedazione farmacologica e ricoverato in terapia intensiva. Il giorno seguente è stato estubato. A seguito del malore, gli è stato inserito un defibrillatore sottocutaneo. Fondamentale è stato l’ intervento dei medici, ma anche le manovre di primo soccorso eseguite sul terreno di gioco.
Ma come si eseguono le manovre di primo soccorso in caso di arresto cardiaco? L’ arresto cardiaco è la cessazione dell’ attività cardiaca meccanica con conseguente assenza di circolazione del sangue. Interrompe, dunque, l’ arrivo del sangue negli organi vitali, privandoli di ossigeno da cui ne potrebbe conseguire la morte. In caso di arresto cardiaco la persona: perde coscienza, smette di respirare e di muoversi.
In questa situazione è fondamentale l’ esecuzione della Rianimazione Cardiopolmonare (RCP) e l’uso del DAE. La RCP è composta da due parti: Massaggio cardiaco e ventilazioni.
Per eseguire il massaggio cardiaco si posiziona la persona su una superficie rigida e piana, poi si mette il palmo d’una mano al centro del petto, sopra lo sterno, sovrapponendo l’altra mano. Le braccia devono essere dritte, le spalle direttamente sopra le mani, e si preme verso il basso con forza, abbassando il torace di circa 5 cm. Infine si rilascia completamente la pressione, permettendo al torace di tornare alla posizione iniziale, mantenendo un ritmo di 100-120 compressioni al minuto, senza interruzioni. Le ventilazioni bocca a bocca servono a fornire ossigeno ai polmoni della persona che non respira. Per eseguirle, dopo aver effettuato 30 compressioni toraciche, inclinare la testa della persona indietro per aprire le vie aeree e sollevare il mento. Poi, tappare il naso della persona e coprire la bocca soffiando delicatamente fino a vedere il torace sollevarsi. Ripetere l’operazione due volte, facendo attenzione a non forzare l’aria. Dopo aver fatto queste manovre si può usare il defibrillatore. Per usare un defibrillatore, accenderlo e seguire le istruzioni vocali. Posizionare gli elettrodi sul petto della persona (uno sotto la clavicola destra e l’altro sotto il cuore). Il defibrillatore analizza il ritmo cardiaco e, se necessario, chiederà di erogare una scarica premendo un pulsante. Dopo la scarica, riprendere le compressioni toraciche e continuare seguendo le indicazioni del dispositivo. Queste manovre, se eseguite in modo corretto, sono fondamentali per la sopravvivenza dell’ infortunato.
Riccardo Faella
Vincenzo Di Risio