Questa è la storia di un bambino: è scritta sul suo corpo, il suo nome non ha importanza.
Un tubo consente all’aria di entrare nella trachea e aiutare la respirazione.
Un frammento di scheggia ha tagliato la terza vertebra cervicale.
Sapete, il risultato di una guerra a cui non hai mai voluto far parte é la quadriplegia, una punizione che, solo per essere nato in un determinato posto, devi subire.
Non so voi, ma io penso che sia veramente brutto.
Questo bambino guarda il soffitto e non batte ciglio, non piange una lacrima e chissà se sa cosa gli sta succedendo.
Troppi pazienti entrano ogni giorno nel suo stesso ospedale, a Gaza.
Dentro questo ospedale è una lenta marcia, ogni giorno, con tutte le decisioni che nessuno vorrebbe prendere.
Ogni bip della macchina è una sofferenza.
Ma, soprattutto, a Gaza sono sempre i bambini a essere vittime, per primi.
Il messaggio che voglio dare è: diamo uno stop a questa guerra, per sempre.
Pietro Torrisi
Classe 2G SMS D’Azeglio
IC Molassana e Prato – Genova