Il confronto con i vecchi tempi e i giorni futuri

Da sempre gli uomini si differenziano per le loro idee politiche, morali e religiose che portano al conflitto ma anche a nuove scoperte. Se l’uomo fosse rimasto nelle stesse posizioni ideologiche probabilmente saremmo ancora al paleolitico, pari agli ominidi.
L’umanità si evolve per natura e con essa sono destinate a mutarne le idee e le convinzioni, poiché il cambiamento è motore del progresso.
Nessun uomo può detenere la verità assoluta, prendiamo Aristotele, che per la sua epoca fu considerato un grande studioso, ad oggi le sue convinzioni più innovative sarebbero o scontate o errate.
Tra i più importanti dei diritti naturali si trova la libertà di pensiero, certamente accompagnata da quella di espressione. Chi saremmo se non avessimo idee?
È innegabile che la nostra libertà finisca dove inizia quella di un altro individuo, motivo per cui non è corretto né utile imporre un proprio pensiero ad altri.
Se fossimo in grado di imparare dalla storia, di errori simili non ne faremmo: pensiamo alla controriforma che, per annientare il luteranesimo, non ha fatto altro che penalizzare la società e rallentarne lo sviluppo; al nazismo di Hitler, che ponendo sul piedistallo una determinata parte della società, quella di “razza” ariana, ha completamente distrutto le minoranze; al socialismo o comunismo di Stalin che ha portato al disfacimento dell’Unione Sovietica.
L’errore sta proprio nella non tolleranza del diverso e nella centralizzazione del proprio io e della propria categoria, in fondo nasciamo tutti nello stesso modo, con gli stessi diritti, tutti dotati di intelletto che ci permette di ragionare, malgrado i limiti che l’uomo stesso a volte si pone pur di non aprire la mente e di sentirsi superiore a chiunque altro.
Se si è economicamente agiati, si ha un tetto sulla testa, due pasti al giorno, un armadio pieno di vestiti, scarpe e molto altro, non si è interessati al fatto che qualcuno, seppure dall’altra parte del mondo, sta morendo o viene oppresso. È inutile negarlo, sarebbe da ipocriti: noi non viviamo il disagio di una donna in Iran, la paura di un bambino in Palestina, la restrizione di un cittadino in nord Corea. Noi possiamo parlare liberamente, istruirci, non temere di non trovare più la nostra casa a causa delle bombe, non reprimere le nostre ideologie politiche perché siamo liberi di opporci a un governo che non ci piace.
Questo possiamo farlo oggi, ma certo non potevano farlo i nostri bisnonni che nel ‘40, durante la seconda guerra mondiale, scappavano dalle bombe o combattevano per la libertà che il governo fascista aveva negato.
Malgrado l’essere umano non sia in grado di empatizzare completamente con una situazione diversa dalla propria, la ruota della vita gira ed essendo portati a commettere gli stessi errori e a non esercitare la tolleranza potremmo avere lo stesso destino di coloro che oggi ci provocano compassione. 

Silvana Miulli