Un Natale da ricordare

Tutto iniziò il 12 dicembre del 2024. Mentre ero in camera a stonare “Rockin’ around the Christmas tree”, stonata come le campane della messa di Natale a mezzanotte, ricevetti una chiamata insolita: era Elfo Romeo, l’autista di Babbo Natale!

Spensi la musica e risposi: “Pronto?” “Ciao, Nina! Sono Elfo Romeo, l’autista di Babbo Natale!” mi disse un elfo dall’altra parte del telefono. “No! Non ci posso credere!!! devo subito dirlo a mam…” “NO! FERMA! Nessuno deve saperlo!” mi interruppe l’elfo. “Come mai mi hai chiamata?” chiesi. Voglio dire, non è normale ricevere una chiamata da un elfo di Babbo Natale! “Babbo Natale è nella crisi più totale! Le richieste per trenini, bambole e libri d’avventura sono diminuite drasticamente! Tutti i bambini chiedono computer, telefoni, tablet e anche fort… frintite… frontrite plus?” “Elfo Romeo, credo si dica Fortnite plus” (questo significa avere un fratello maggiore che gioca ai videogiochi). “Nina, aiutaci tu! Ho sentito che hai preso dieci in informatica… devi venire al Ppolo Nnord!” “In che modo? Cioè, voglio dire, come faccio ad aiutarvi? E come faccio a venire da voi senza farmi scoprire da mia madre? Ci rimetterei le penne!” “Ti veniamo a prendere io ed Elfilosofo. Babbo Natale ha una speciale bussola che permette di fermare il tempo, così ti veniamo a prendere e appena arrivati ci aiuterai a produrre tutto il necessario! Credo che ci sarai molto utile.” 

Il giorno dopo, di notte, aspettai in cortile, dicendo a mia madre che avevo un mal di pancia dolorosissimo e che dovevo subito andare a letto. Arrivarono Elfo Romeo ed Elfilosofo con la slitta di Babbo Natale. Riconobbi subito il dolcissimo Rudolf, che, con il suo luminosissimo naso rosso, faceva come da faro, per non sbagliare strada. “Dai, sali!” e subito salii sulla slitta. “Marsh! Marsh!” disse Elfo Romeo. “Ma non credi che Babbo Natale mi metta nella lista dei cattivi avendo mentito ai miei genitori?” “Ti copriamo noi! Abbiamo già pensato a tutto!”. Ero talmente assonnata che mi addormentai sulla slitta e mi risvegliai su una poltrona calda, con dieci elfi che mi guardavano, come se avessero appena visto un alieno. “Come intendi aiutarci?” mi chiese un elfo molto particolare, perché perché non era basso come tutti gli altri, ma era alto. “Come mai quell’elfo è alto?” dissi, talmente curiosa che ero impaziente di una risposta, “Shhh! Non fare così! Gli elfi che soffrono di questa sindrome sono molto, ma molto sensibili!” “Esatto! Io vorrei essere… COME LUI!” e diede una pacca alla spalla di Elfilosofo, che lanciò un piccolo gridolino di paura. “Ok. Ok! Chiedo scusa! Non lo sapevo… comunque, il piano è molto semplice. Ho portato qui qualche computer, che ho chiesto alla professoressa di informatica per una finta ricerca per scienze, che utilizzeremo per sviluppare Fortnite plus e ordinare tutti gli apparecchi elettronici a nome mio che saranno inviati qui. D’altronde, chi non ha il piacere di incontrare Babbo Natale? Comunque, dividiamoci in tre gruppi: il primo gruppo si occuperà allo sviluppo di Fortnite plus, il secondo gruppo che penserà alle ordinazioni e invece il terzo penserà all’incarto degli apparecchi elettronici. Chiaro? Ah, per le spese ci pensa Babbo, dico bene, Babbo?” “Agli ordini, capo!” mi disse Babbo Natale con il suo solito sorriso.

Ci mettemmo subito al lavoro. Ogni volta che i corrieri suonavano al citofono, rispondeva Sasha, la nipote di Babbo Natale, fingendo di essere talmente appassionata di Natale, che aveva decorato tutta la casa, per diffondere lo spirito natalizio in tutto il Polo Nord. “Come vanno le programmazioni?” “Bene! Dobbiamo solo spedirlo la notte del 24 Dicembre e abbiamo finito”. Quando Elfo Romeo mi stava per riportare a casa, Babbo Natale mi parlò: “Vogliamo ringraziarti per tutto ciò che hai fatto con questa” e mi porse una scatolina dorata con un fiocco rosso. Dentro c’era una collana con il mio nome sopra e la lettera N portava un simpatico cappello natalizio. “Grazie, Babbo!” e corsi subito ad abbracciarlo, per poi tornare a casa e salutare Elfo Romeo ed Elfilosofo. 

La mattina del venticinque corsi giù per le scale e sotto l’albero c’era un messaggio: “Ti ringraziamo ancora per tutto quello che hai fatto, speriamo che, un giorno, tu ci possa aiutare come inviata speciale. Con affetto, Babbo Natale

Purtroppo, adesso amo ancora il Natale, anche se  nessun Natale potrà mai essere come questo.

 

Nina Plankensteiner

Scuola secondaria di primo grado Salvemini