Lo scorso 9 dicembre, in merito al percorso per le competenze trasversali e per l’orientamento: “Letteratura e Storia per immagini” – CineRuiz: educazione visiva in collaborazione con la libreria Mondadori di Augusta, noi ragazzi della 2QL del liceo scientifico scienze applicate, insieme agli alunni delle classi 3QL, 4AL, 4BL, 4CL ci siamo recati presso il Palazzo San Biagio per assistere al film statunitense “Il diritto di contare” di Theodore Melfi, basato sull’omonimo romanzo di Margot Lee Shetterly “Il diritto di contare”, in lingua originale “Hidden Figures”, dove si parla delle carriere di tre donne afroamericane realmente esistite: Katherine G. Johnson, Dorothy Vaughan e Mary Jackson.
Il film è ambientato nel 1961, nel pieno della segregazione razziale. Katherine, Dorothy e Mary lavorano presso la NASA in Virginia, affrontando mille difficoltà quotidiane. Il film ci fa capire come gli inizi, per tutte e tre, non siano stati dei più facili.
Nei primi anni Sessanta, infatti, sessismo e segregazione razziale erano parte della vita quotidiana. Inoltre, le tre protagoniste lottano per dimostrare il loro valore in un periodo difficile non soltanto per loro, ma anche per l’agenzia spaziale dove lavorano, sottoposta a pressione per velocizzare il programma di invio di un astronauta in orbita in competizione con i sovietici che già avevano inviato un loro astronauta nello spazio.
Nel film la principale protagonista è Katherine, un prodigio della matematica assegnata alla squadra che ha il compito di calcolare le coordinate di lancio e la traiettoria di un razzo Atlas. Trovandosi in un ambiente maschile ed essendo non solo donna ma anche di colore, Katherine si trova a dover affrontare continue umiliazioni come del resto anche le sue amiche Dorothy e Mary. Dorothy, nonostante le sue capacità e il suo essere brillante, non riesce a ottenere la tanto agognata promozione mentre Mary, che vorrebbe proseguire la sua istruzione in corsi universitari, non può farlo in quanto, secondo le leggi dell’epoca, questi erano destinati esclusivamente agli uomini bianchi.
Nessuna di queste tre donne si arrende. Ognuna sa benissimo che un loro successo potrebbe essere di esempio per altre donne ed essere uno stimolo a superare barriere razziali e non. Per questo non smettono di combattere per raggiungere il loro obiettivo, per realizzare i loro sogni e, soprattutto, per dimostrare il loro talento.
Katherine, grazie ai suoi calcoli per i rientri delle capsule spaziali, sarà fondamentale per la missione e la sua importanza all’interno del programma verrà finalmente riconosciuta. Infatti, l’astronauta accettò di essere mandato in orbita solo dopo che Katherine avesse verificato personalmente la correttezza dei calcoli affidati al computer.
“Il diritto di contare” è uno di quei film che coinvolge ed emoziona al tempo stesso. Difficile non ammirare tre donne forti che hanno saputo sostenersi a vicenda, combattendo contro diseguaglianze di genere e razza in un periodo storico molto difficile.
Katherine, Dorothy e Mary sono tre donne geniali e determinate, condividono da una parte la volontà di realizzare le proprie ambizioni, dall’altra il desiderio di condurre una vita normale che permetta loro di essere accettate da una società che le vorrebbe invece escludere.
La storia narrata ci fa capire quanto il periodo storico non sia dei più facili per le donne e per tutte le persone di colore e lo fa incentrando la storia sulle vite delle tre protagoniste e sulle loro battaglie personali, con un bell’esempio di solidarietà femminile e di lotta per l’emancipazione. Un esempio che è anche una bella lezione di vita.
Il titolo italiano del film, come del resto il titolo del libro da cui è tratto, ha un doppio senso: il loro diritto di contare è inteso non solo come diritto di “fare i conti” e calcolare traiettorie, ma anche e soprattutto come diritto di avere importanza nella vita e nel lavoro.
Un film dal grande valore educativo.
Emanuele Midolo 2QL