Memorabile giornata della NBA

È da sempre il momento più atteso della stagione: anche quest’anno la NBA ha messo in mostra il suo meglio a Natale, con cinque grandi sfide quali: New York Knicks – San Antonio Spurs (117 – 114)/ Dallas Mavericks – Minnesota Timberwolves (99 – 105)/ Boston Celtics – Philadelphia 76ers (114 – 118)/ Los Angeles Lakers – Golden State Warriors (115 – 113)/ Phoenix Suns – Denver Nuggets (110 – 100).

New York Knicks e San Antonio Spurs

Partendo dalla gara che ha visto scontrarsi New York Knicks e San Antonio Spurs, queste 2 franchigie hanno onorato nel migliore dei modi il Christmas Day della NBA, dando vita a una partita divertente e combattuta fino all’ultimo secondo. A spuntarla dopo 11 parità e 14 avvicendamenti nella guida del punteggio sono stati i padroni di casa (New York), capaci di trovare le giocate giuste nel finale di gara grazie soprattutto a Mikal Bridges. Alla sua prima partita di Natale con la maglia dei Knicks, l’ex giocatore dei Nets firma una prestazione da 41 punti finali tirando con ottime percentuali (68% dal campo e 6/9 da tre punti) e realizzando tutti i canestri più importanti per condurre i suoi alla vittoria nel finale punto. A supportare la rimonta ci sono i 20 punti di Jalen Brunson e i 21 di Karl-Anthony Towns. Significativo il contributo di Josh Hart, che chiude con 12 punti, 12 rimbalzi (di cui 5 in attacco) e 6 assist, mettendo le mani su tutte le palle vaganti nel momento decisivo.
I Knicks hanno, quindi, avuto bisogno di una grande prova di squadra per avere la meglio su un Victor Wembanyama straordinario. Al suo debutto in un Christmas Day, il francese chiude con 42 punti, 18 rimbalzi, 4 assist e 4 stoppate con 16/31 al tiro e 6/16 dalla lunga distanza, uno dei debutti al Chritmas Day migliori di sempre, dando una evidente dimostrazione di tutto il suo talento offensivo e difensivo. A mancare però è il resto di San Antonio: Jeremy Sochan chiude con 21 punti e 9 rimbalzi con 3/3 da tre, ma solamente Chris Paul (13 punti) e Devin Vassell (11) toccano la doppia cifra.

Dallas Maverics e Minnesota Timberwolves

Una volta raggiunti i 28 punti di vantaggio dei Timberwolves, la sfida tra Dallas e Minnesota sembrava ormai conclusa. Con i T’Wolves dominanti e i Mavs privi di Luka Doncic (uscito nel secondo quarto per un infortunio al polpaccio, ha segnato 14 punti in 16 minuti senza più rientrare in campo). Invece i Mavs non si sono dati per vinti: grazie soprattutto a uno strepitoso Kyrie Irving da 39 punti e alcuni canestri incredibili, i padroni di casa hanno rimontato tutto lo svantaggio fino ad avere in diverse occasioni il tiro per pareggiare o per sorpassare, in particolare con una tripla dall’angolo di PJ Washington e un tiro di Irving nell’ultimo minuto di gioco. In entrambe le occasioni però i Mavs non sono riusciti a segnare e i T’Wolves ne hanno approfittato, mettendo la palla nelle mani di Anthony Edwards ( 26 punti ) per vincere il match.
Minnesota ha sempre basato il suo gioco sulla difesa e bisogna segnalare un’ottima fase difensva per almeno tre quarti, con tiri di alte percentuali da tre punti (44% di squadra a fine match) con un Julius Randle da 23 punti, 10 rimbalzi e 8 assist, e un Rudy Gobert da 14+10. In casa Mavs, nonostante i soli 16 minuti giocati, Doncic è comunque il secondo miglior marcatore di squadra dietro i 39 di Irving, trovando a malapena i 12 punti di Klay Thompson che con le sue quattro triple di serata diventa il quinto miglior realizzatore da tre punti della storia NBA, superando Reggie Miller.

Boston Celtics e Philadelphia 76ers

Sulla carta doveva essere la partita meno equilibrata dell’intero Christmas Day; in realtà la più grande sorpresa è arrivata proprio sul parquet del TD Garden, dove i Philadelphia 76ers sono andati a vincere sul campo dei campioni in carica dei Boston Celtics. I Sixers mettono assieme la loro miglior partita della stagione, toccando il +16 nel corso del secondo quarto e di nuovo il +15 nel quarto periodo dopo essere andati anche sotto nel punteggio, resistendo a tutti i tentativi di rimonta dei Celtics. Joel Embiid mostra il suo carattere forte e deciso che dimostra freddezza nel segnare i due tiri liberi del +4 a 2.8 secondi dalla fine, chiudendo i conti nonostante diversi errori nel finale da parte degli ospiti. Embiid è sicuramente importante per il successo dei suoi con 27 punti e 9 rimbalzi, ma sono i 33 punti con 12 assist di un ottimo Tyrese Maxey a condurre i 76ers alla vittoria. Già protagonista delle finali di conference due anni fa con la maglia dei Miami Heat, Martin mette in campo una buonissima prestazione da 23 punti con 7/9 da tre punti, mandando in frantumi la scelta dei Celtics di “nascondere” su di lui i propri lunghi, sfidandolo al tiro e perdendo la scommessa.
La peggior notizia per Boston è che la sconfitta è arrivata al termine di un match in cui hanno tirato bene (20/49 da tre, oltre il 40% di realizzazione) e hanno dominato a rimbalzo (60-44) senza perdere eccessivamente troppo il pallone, ma pagando a caro prezzo l’assenza di Jrue Holiday e l’uscita dal campo di Kristaps Porzingis per una distorsione alla caviglia. Jayson Tatum (32 punti e 15 rimbalzi), Jaylen Brown (23) e Derrick White (21) guidano i Celtics, a cui però manca la panchina (solo 12 punti), pagano dunque la poca concretezza sui due lati del campo.

Los Angeles Lakers e Golden State Warriors

Nella serata del confronto tra leggende, il risultato della partita lo decide Austin Reaves. È lui a prendersi l’ultimo tiro per i Lakers (nonostante, come dichiarato a fine partita dallo stesso, l’azione fosse stata pensata per James) e l’appoggio a canestro, dopo aver battuto la marcatura di Andrew Wiggins, vale la vittoria per gli ospiti al Chase Center. Reaves mette così il sigillo su una prestazione da 26 punti, di cui 10 arrivati nel solo 4° quarto, 10 rimbalzi e 10 assist.
I Lakers, poco prima dell’intervallo lungo, perdono Anthony Davis, costretto a uscire per un problema alla caviglia sinistra senza poter più rientrare, ma a guidare i gialloviola ci pensa ancora una volta LeBron James (ormai quarantenne). Il veterano è protagonista con 31 punti, 10 assist, 4 rimbalzi e 2 palle recuperate in 37 minuti giocati.
A proposito di veterani e di stelle abituate a non deludere la propria squadra, se Golden State va vicinissima a regalarsi una gioia nel Christmas Day, è di fatto grazie all’ennesima prestazione sensazionale di Steph Curry. 17 dei suoi 38 punti arrivano in un 4° quarto dove la stella dei Warriors fa ciò che vuole, comprese le due triple negli ultimi 13 secondi (di difficoltà considerevole, una con 2 marcatori tirando dall’angolo del campo e una dal logo) che sembrano poter portare tutti almeno al supplementare. A rovinare la festa a Steph, che sulla sirena finale prova a anche il tiro della disperazione dalla sua metà campo, ci pensa Reaves, ma Curry chiude comunque tirando 14/24 dal campo e 8/15 da tre.

Phoenix Suns e Denver Nuggets 
Pronta rivincita dei Suns, che dopo aver perso nettamente due sere prima battono Denver con una prova convincente. Sempre senza Devin Booker, Phoenix trova 27 punti a testa dalle sue due altre stelle Kevin Durant e Bradley Beal e una eccellente serata di Tyus Jones, che chiude con 17 punti e 7/9 al tiro. I Nuggets trovano la consueta doppia da 25 punti e 15 rimbalzi di Nikola Jokic e 22 punti da Michael Porter Jr., ma pagano le 16 palle perse e il 26.7% di squadra al tiro dalla lunga distanza, perdendo contatto con l’avversario nella seconda metà di gara. 

Ovviamente non mancano, però, alcune polemiche, in particolare da parte del greco Giannis Antetokounmpo che dichiara di non essere d’accordo sulla mancata chiamata dei Milwaukee Bucks tra le partite del Christmas Day in quanto la sua squadra presenta due delle stelle volto della NBA quali Damian Lillard e lo stesso Antetokounmpo. Questa nottata è stata, tra le altre cose, la giornata degli infortuni, in quanto in tutte le partite, tranne la prima che ha visto scontrarsi Spurs e Knicks, ci sono stati degli infortunati; tuttavia questo non ci ha impedito di seguire con fervore le partite e di emozionarci ad ogni punto.

Nicola Tomeo