Una voce dentro al coro!

Non potevamo non pubblicare la riflessione del nostro Piero sulla Giornata internazionale delle persone con disabilità.

L’inclusione è un concetto che solo chi vive la disabilità e deve combattere ogni giorno per condurre una vita normale può davvero comprendere. È difficile far capire questo concetto, perché spesso ci si limita a celebrare la “Giornata della disabilità e dell’inclusione” senza soffermarsi sulla sofferenza che un ragazzo con una disabilità affronta quotidianamente, a causa degli ostacoli che la vita gli pone davanti.

Molto spesso queste persone si trovano ad affrontare tutto da sole, perché tanti ragazzi con disabilità non hanno amici, non hanno una ragazza, né qualcuno con cui parlare ed esprimere le proprie emozioni e sensazioni. Ciò accade perché, purtroppo, esistono ancora molti pregiudizi sulla disabilità che non vengono superati, soprattutto tra i giovani, nelle scuole e negli ambienti politici. Eppure, celebriamo la Giornata della disabilità fingendo che vada tutto bene, proclamandoci uniti ed uguali. Ma la verità è un’altra: non siamo tutti uguali, e questa diversità è proprio ciò che rende l’essere umano speciale, unico, con le sue peculiarità.

Tuttavia, è anche vero che una persona normodotata non potrà mai comprendere appieno, se non vivendo sulla propria pelle, le privazioni che un disabile affronta, ed è giusto che sia così. Io penso che finché non raggiungeremo una vera normalità – che non significa essere tutti uguali, ma accettarci per quello che siamo e per come siamo – continueremo a celebrare la “giornata della disabilità” con canzoncine ridicole, applausi di circostanza, e frasi come “sei speciale” o “poverino, Dio ti benedica”.

Quello che mi chiedo è: perché? Siamo persone normali, non abbiamo nulla di diverso e, soprattutto, non siamo idioti.

Per favore, basta trattarci diversamente: trattateci come persone.

Piero Calabrò 5AF