Nella mattinata del 16 gennaio, nell’ambito del Festival della Scienza Ad/ventura, abbiamo avuto la possibilità di intraprendere una passeggiata nel centro storico di Vasto insieme a Paolo Calvano, studioso e appassionato di storia locale.
Siamo partiti da Piazza del Tomolo, chiamata così poiché, in epoca medievale, era luogo di compravendita e il tomolo era un’unità di misura che corrispondeva circa a 1/2 di ettaro.
Calvano ha spiegato che in passato Vasto era molto più ristretta rispetto ad oggi ed era confinata nelle sue mura che miravano alla protezione della città. Durante l’Alto Medioevo, il confine ad ovest si trovava al fianco di Santa Maria; Vasto era stata martoriata dalle invasioni barbariche e stava cercando di riprendersi, ciò le impediva di espandersi. Precedentemente, in età romana, era stata invece grande e gloriosa. Dopo la ripresa fisica ed economica del territorio, si è cominciato a costruire intorno alla Torre di Santa Maria, ingrandendo così la città.
Nel 1200 venne costruita Porta Catena, come apertura dalle mura. Per comprendere la differenza della Vasto attuale con quella medievale basterebbe pensare che, prima di questa apertura, quella zona era tutta parte della cinta muraria.
Vasto poteva essere considerata una fortezza poiché la Loggia la rendeva inattaccabile per via del pendio;, la zona nord era facilmente difendibile poiché vi si trovava il Fosso dell’ Angrella che impediva di attaccare. La città andava difesa solamente verso ovest, dove si trova il Castello.
Ancora oggi, nel centro storico, sono presenti numerose strutture risalenti all’epoca romana, come pilastri, murature; su queste murature, il popolo ricostruì le proprie case per risparmiare, poiché considerate più durature. Le case sulla Loggia, erano tutte a picco, non c’era la passeggiata che vediamo oggi. Ecco perché il lato ovest era inattaccabile.
In via Forno Rosso possiamo notare la struttura, del 1799, di quella che fu la prima scuola di Vasto, il Collegio collegato alla Chiesa del Carmine, luogo sacro e chiesa per le famiglie slave che si erano recate a Vasto. Si pensa però che la chiesa e le case di questa comunità erano all’aperto, dal momento che il popolo era diffidente nei loro confronti e non gli permetteva di stare all’interno. Precedentemente quel luogo fungeva da taverna marchesale per gli ospiti illustri del marchese.
Abbiamo poi attraversato Vico del Rivellino situato per fornire una stradina di passaggio al corpo di guardia che controllava le mura.
Dopo Vico Tacito (o dei Quattro Forni), situato 4 metri sopra il livello di Corso Dante, abbiamo potuto osservare i resti della Porta da nord delle mura, poi ricostruita e spostata leggermente di circa 100 metri. Con l’arrivo di Napoleone, nell’ ‘800, fu considerata inutile, insieme alla cinta muraria. Bonaparte cambia tecnica di difesa e smantella molti forti, anche quelli di Pescara, Ortona e Civitella del Tronto ( ultimo baluardo borbonico).
Purtroppo, non abbiamo tutte le informazioni sulla storia Vastese, poiché nel 1566 arrivarono i turchi e diedero fuoco a quasi tutti i documenti.
Questa piccola passeggiata, grazie all’appassionato Paolo Calvano, ci ha permesso di conoscere più a fondo la nostra città, che è piena di storia. Tutti i giorni ne percorriamo le strade senza conoscere a fondo la sua bellezza e il suo passato.
Silvana Miulli