“Se insegno a una bambina che le materie scientifiche non sono adatte a lei alla lunga se ne convincerà. Certi giudizi lapidari si sedimentano nella nostra memoria, vengono assorbiti per poi diventare del tutto normali”.
È proprio questa la tematica centrale trattata dal gruppo STEM, guidato dalle docenti Giovanna Santangelo e Clotilde Muzii che, nella mattina del 18 gennaio, ha avuto la possibilità di mostrare il risultato delle numerose ricerche effettuate in questi mesi, anche grazie al prezioso contributo del collettivo “Patate Bollenti”.
Il convegno “Dis/pari Universo STEM raccontato al femminile”, tenutosi all’interno della Sala Consiliare del Comune di Vasto, grazie all’invito dell’Assessore alle Politiche Sociali, Anna Bosco, ha dimostrato come, in una società in evoluzione come la nostra, sia ormai necessario il raggiungimento di assoluta parità tra uomini e donne, a partire dal mondo STEM.
Dal ‘900 ad oggi “solo” 66 donne hanno vinto il Premio Nobel, ma la maggior parte di esse ci è riuscita “grazie” all’aiuto di un uomo. Tuttavia, di questi 66 Nobel, solo 26 (poco più di un terzo) riguardano materie STEM. E se facciamo un confronto con la sfera maschile, il divario è immenso con un totale di 915 Premi Nobel di cui 627 tra medicina, chimica e fisica.
I fattori che generano questo divario sono certamente i condizionamenti socio-culturali, le politiche sociali e i bias cognitivi, ossia forme di distorsione della valutazione causate dal pregiudizio. Un esempio? “ Il genere femminile è maggiormente predisposto a tematiche umanistiche” Quante volte abbiamo sentito questa frase? Purtroppo sono solo gli stereotipi di genere ad influenzare la mentalità delle giovani donne, non a caso ci sono numerosi studi, il più recente è quello dell’università israeliana di TelAviv, che dimostra che il cervello umano non conosce distinzioni di sesso anzi, ogni cervello ha delle caratteristiche che lo rendono unico rispetto ad un altro. Di conseguenza è altamente errato affermare che gli uomini siano più portati per le materie scientifiche mentre le donne per quelle umanistiche.
Ci sono infatti molte donne che, nonostante ostacoli e pregiudizi, sono riuscite a fare carriera ed a raggiungere posti apicali, come Patrizia Caraveo, Simonetta Di Pippo, Claudia Goldin e molte altre.
Ciò ci testimonia che qualcosa sta cambiando nella nostra società e, a tal proposito, il Fondo sociale europeo Plus (FSE+) ha individuato i 20 principi fondamentali dei diritti sociali, tra questi: la parità di trattamento tra donne e uomini.
“Alle donne dico di non sentirsi mai inferiori e di procedere come ho sempre fatto io: combattive, piene di fiducia in se stesse e rispettose di colleghi o avversari, ma intransigenti di fronte a qualunque sottostima del loro lavoro” (Margherita Hack).
Chiara Vinciguerra