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Vandalizzata l’auto del tassista bolognese che da anni lotta per la trasparenza

A Bologna si è assistito ad un evento sgradevole ai danni del tassista Roberto Mantovani, soprannominato Red Sox. L’uomo è odiato da molti suoi colleghi perché da anni mostra online i suoi guadagni giornalieri cercando di essere il più trasparente possibile.

Nel suo libro “Tassista di notte. Avventure di una vita contromano” racconta le strategie utilizzate dai suoi colleghi per evadere il fisco.

Mantovani non è nuovo agli atti “contro il patrimonio”; la scorsa estate gli sono state tagliate le gomme dell’automobile ed il suo portone imbrattato con della vernice rossa. Gli è stato inoltre recapitato un foglio con insulti e minacce.

La notte tra venerdì 25 e sabato 26 ottobre, il suo taxi “Bologna5” è stato vandalizzato con simboli  neofascisti e insulti.

Le gite fuori porta (fuori regione), alle volte, come stavolta, possono suggerirti di rifarti il look. E noi, senza perdere il sorriso, caro Bologna5, ce lo facciamo davvero il vestito nuovo, ancora più bello. Mi metto in pausa qualche ora, per organizzarmi e ripartire”, queste le parole dell’uomo dopo essere tornato a casa e aver trovato vandalizzata la sua amata “Bologna5”. Ha poi precisato che, avendo studiato le caratteristiche degli atti vandalici, è convinto che tutto ciò non sia stato fatto contro il suo essere tassista ma per motivi misogini, come ad esempio prendersela con la “Casa delle Donne” (un’associazione che si occupa di aiutare le vittime di violenze) pubblicizzata sull’auto di Mantovani. 

Per aiutare il signor Mantovani a risistemare il suo taxi è stata lanciata online una raccolta fondi.

Red Sox afferma che il ricavato verrà trasferito in maniere trasparente su un conto a scadenza dichiarata e che non tratterrà denaro per se stesso e le eccedenze devolute al centro anti violenza.

 

Giulia Ferrara