In data otto febbraio 2025, presso il Polo Liceale Statale “Raffaele Mattioli” di Vasto si è tenuto il convegno “Rotary Alzheimer – Music, Help & Support”.
La conferenza, promossa dal Rotary Club Vasto in collaborazione con numerosi partner quali il Comune di Vasto, il Polo Culturale Città del Vasto, l’ Associazione Alzheimer Vasto, il Liceo Musicale “Raffaele Mattioli” , la Scuola Civica Musicale “Ritucci Chinni”, il Conservatorio Statale di Musica “Alfredo Casella” dell’Aquila, il Conservatorio Musicale “Luisa D’Annunzio” di Pescara, è stata suddivisa in due sessioni: durante la prima parte, moderata dal dottor Francesco Colantonio, Presidente del Rotary Club Vasto, sono stati presentati il progetto e la rete di partenariato, e affrontati i temi del Caffè Alzheimer, delle attività svolte nei laboratori di musicoterapia, del Piano triennale Offerta Formativa in Musicoterapia, della ricerca in ambito musicoterapeutico e del ruolo della cultura musicale in tale ambito; durante la seconda sessione, moderata dalla dott.ssa Chiara Lombardi, psicologa clinica, si sono approfonditi gli aspetti scientifici degli effetti della musica sui pazienti di Alzheimer e si è ascoltata la testimonianza di un caregiver. L’evento si è concluso con un momento musicale e i saluti di tutti i partecipanti.
La malattia di Alzheimer (AD), patologia neurodegenerativa progressivamente invalidante, affligge circa cinquantacinque milioni di persone nel mondo, rendendola una malattia con un ingente impatto a livello globale. Il Rotary, dunque, ha promosso il progetto Rotary Alzheimer – Music, Help & Support con l’obiettivo di offrire un supporto psicosociale concreto per i pazienti di Alzheimer attraverso l’attuazione di uno specifico programma professionale e ben strutturato di musicoterapia.
Il progetto include le seguenti attività: la formazione pratica degli studenti iscritti ai corsi accademici specialistici in musicoterapia dei Conservatori partner; la realizzazione di programmi di orientamento professionale in uscita, formazione, stage e PCTO nell’ambito della musicoterapia per gli studenti del Liceo Musicale di Vasto e della Scuola Civica Musicale di Vasto; la costituzione di una Rotary Band; la promozione di attività di ricerca e divulgazione scientifica nell’ambito della musicoterapia; l’organizzazione di eventi per la raccolta fondi.
L’approccio clinico musicoterapeutico, un intervento non farmacologico, ha numerosi benefici sui pazienti. La musicoterapia ha dimostrato di indurre cambiamenti plastici in alcune reti cerebrali, facilitare i processi di recupero cerebrale, modulare le emozioni e promuovere la comunicazione sociale, rendendola un approccio di riabilitazione promettente.
È stato notato che i pazienti che avevano partecipato a un Intervento Musicale Attivo (AMI) hanno ottenuto risultati migliori rispetto a quelli che hanno partecipato a un Intervento Musicale Ricettivo (RMI). D’altra parte, i risultati di alcuni studi che hanno utilizzato solo l’approccio RMI hanno mostrato un impatto positivo sulle funzioni cognitive nei pazienti con AD. In un altro studio, la musicoterapia è stata trovata essere un complemento efficace per supportare gli interventi farmacologici nell’AD, portando a significativi miglioramenti nei punteggi di alcuni test cognitivi.
È importante notare che AMI e RMI differiscono per quanto riguarda il livello di coinvolgimento del paziente e gli obiettivi della terapia. L’AMI prevede la partecipazione diretta dei pazienti in attività musicali, come cantare, suonare uno strumento o muoversi al ritmo della musica, mentre l’RMI consiste nell’ascolto passivo della musica. Da un punto di vista funzionale e fisiologico, l’AMI potrebbe avere un impatto maggiore sui processi cognitivi ed emotivi grazie al maggior livello di coinvolgimento e interazione con la musica. D’altra parte, l’RMI può avere un effetto più rilassante, in quanto può indurre cambiamenti nella frequenza cardiaca e nella respirazione, riducendo i livelli di stress e migliorando la qualità del sonno.
Il miglioramento nell’orientamento, nel linguaggio e nella memoria nei pazienti con AD può essere attribuito a diversi fattori, come l’uso di playlist personalizzate o la presenza di un musicoterapeuta durante le sessioni. È stato suggerito che l’intervento musicale ha un effetto positivo sulla fluidità verbale, sulla memoria e sul linguaggio dei pazienti con AD. Gli elementi ritmici e ripetitivi della musica regolano la funzione cerebrale, e attività musicali come il canto e il suonare strumenti possono attivare le reti neurali coinvolte nell’elaborazione della memoria e del linguaggio. È stato evidenziato un impatto positivo sullo stato emotivo dei pazienti. Questo è coerente con l’idea che diversi processi cognitivi, come percezione, attenzione, apprendimento, memoria, ragionamento e risoluzione dei problemi, siano tutti influenzati dalle emozioni.
I meccanismi specifici attraverso i quali la musicoterapia è benefica non sono completamente compresi. Nel 2003, la ricerca indicava che la musica potrebbe attivare reti neurali che rimangono intatte negli individui con AD. In uno studio è stata utilizzata la risonanza magnetica funzionale a sette tesla per esaminare la risposta del cervello alla musica e identificare le aree coinvolte nell’acquisizione della memoria musicale a lungo termine. Quando queste aree sono state valutate per i biomarcatori dell’Alzheimer, come l’accumulo di amiloide, l’ipometabolismo e l’atrofia corticale, i risultati hanno mostrato che, sebbene la disposizione dell’amiloide non fosse significativamente inferiore nel gruppo AD rispetto al gruppo di controllo, c’era una sostanziale riduzione nell’atrofia corticale e nella disfunzione del metabolismo del glucosio nei pazienti AD. Questi risultati suggeriscono che le aree della memoria musicale siano in gran parte risparmiate e ben conservate nell’AD, il che potrebbe spiegare perché la musicoterapia sia così efficace nel recupero delle memorie verbali e musicali negli individui con questa malattia.
Il convegno “Rotary Alzheimer – Music, Help & Support” ha offerto un’importante opportunità per esplorare il potenziale della musicoterapia come approccio non farmacologico per il trattamento della malattia di Alzheimer. Attraverso la collaborazione tra istituzioni locali, esperti e professionisti del settore, è stato possibile approfondire i benefici che la musica può apportare ai pazienti, migliorando le loro funzioni cognitive, emotive e comunicative. L’integrazione della musicoterapia nelle strategie terapeutiche rappresenta una via promettente per supportare il recupero cerebrale e promuovere il benessere psicologico dei pazienti.
Il progetto avviato dal Rotary Club Vasto e dai suoi partner dimostra come la sinergia tra formazione, ricerca e attività pratiche possa contribuire a sensibilizzare e migliorare la qualità della vita delle persone con Alzheimer. Il percorso intrapreso con eventi come questo è un segno tangibile di come la cultura musicale possa diventare un alleato fondamentale nella lotta contro l’Alzheimer, favorendo il coinvolgimento e la partecipazione attiva dei pazienti e delle comunità.
Michelangelo Grimaldi