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Intervista esclusiva alla Vice Presidente del Parlamento Europeo Antonella Sberna

Grazie al Concorso indetto ogni anno dal Movimento per la Vita, due studentesse della nostra scuola, Carola Monte e Letizia Mastronardi, avendo vinto il Primo Premio, hanno avuto l’opportunità di recarsi a Strasburgo insieme ad altri ragazzi provenienti da tutta Italia. Durante il viaggio gli studenti hanno avuto l’occasione di incontrare figure di spicco nell’ambito politico, tra cui vari europarlamentari italiani e la Vice Presidente del Parlamento Europeo Antonella Sberna, alla quale le due studentesse hanno posto alcune domande.

Che cosa l’ha spinta ad intraprendere la carriera politica?

Sin da giovane ho sentito un forte senso di responsabilità verso la mia comunità. Crescendo, ho capito che la politica non è solo un’istituzione lontana, ma uno strumento concreto per migliorare la vita delle persone. Ho iniziato il mio percorso nell’amministrazione locale, come Assessore ai Servizi Sociali e alle Politiche per la Famiglia del Comune di Viterbo, perché volevo dare risposte concrete ai bisogni delle famiglie, dei bambini e degli anziani. Poi ho proseguito a livello europeo, convinta che le decisioni prese a Bruxelles abbiano un impatto diretto sui territori e sulle persone. Oggi, come Vice Presidente del Parlamento Europeo per FdI, continuo a lavorare per difendere i valori in cui credo: la famiglia, la coesione sociale, il sostegno alle imprese e alle comunità locali.  

Nel suo lavoro, come cerca di affrontare le preoccupazioni dei giovani europei e rispondere alle loro esigenze?

I giovani sono il cuore del futuro dell’Europa, ed è fondamentale che le istituzioni sappiano ascoltarli e dare risposte concrete alle loro esigenze. Nel mio lavoro al Parlamento Europeo mi impegno affinché le politiche europee siano più vicine alle nuove generazioni, investendo su tre pilastri fondamentali: formazione, lavoro e partecipazione. Attraverso la politica di coesione, ad esempio, sosteniamo programmi che finanziano opportunità di studio, formazione e mobilità, affinché i ragazzi possano acquisire le competenze necessarie per affrontare le sfide della transizione digitale e verde. Un esempio concreto è il Fondo Sociale Europeo, che aiuta i giovani a entrare nel mondo del lavoro con percorsi di apprendistato e formazione mirata. 

Inoltre, mi batto per politiche che incentivino la stabilità lavorativa e la natalità, perché un’Europa forte deve garantire ai suoi giovani non solo un impiego, ma anche la possibilità di costruire una famiglia senza incertezze. Infine, credo che la partecipazione sia fondamentale: per questo sostengo iniziative che favoriscano il coinvolgimento diretto dei ragazzi nel dibattito politico. Dobbiamo dare loro voce, ascoltarli e includerli nelle decisioni che riguardano il loro futuro. 

Entrando invece in un ambito più tecnico, qual è il ruolo dell’Unione Europea nella lotta al cambiamento climatico e quali sono i progetti attuali in questo ambito?

L’Unione Europea ha un ruolo centrale nella lotta al cambiamento climatico, ed è stata tra le prime istituzioni a fissare obiettivi ambiziosi per la riduzione delle emissioni e la transizione ecologica. Tuttavia, ritengo che questa transizione debba essere sostenibile non solo per l’ambiente, ma anche per le persone e le imprese. Non possiamo permettere che le politiche climatiche penalizzino i lavoratori e i settori produttivi strategici per il nostro continente. 

Tra i progetti attuali, il Green Deal Europeo è sicuramente il piano più importante, con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Questo implica investimenti in energie rinnovabili, mobilità sostenibile e innovazione tecnologica. Un altro programma fondamentale è il Fondo per una transizione giusta, pensato per aiutare le regioni più colpite dal passaggio dai combustibili fossili alle energie pulite. 

Tuttavia, credo che questa transizione debba essere realizzata con pragmatismo e senza approcci ideologici. Dobbiamo garantire che le nostre imprese abbiano il tempo e le risorse per adeguarsi, evitando di mettere a rischio posti di lavoro e competitività. L’Europa deve guidare il cambiamento, ma senza imporre vincoli insostenibili che finirebbero per colpire le famiglie e le fasce più deboli della società. Ecco perché mi batto per una politica ambientale equilibrata, che tenga conto delle esigenze dei cittadini e promuova un’Europa più verde, ma anche più giusta e competitiva. 

Riguardo i diritti umani, quali iniziative sta portando avanti l’UE per promuoverli e tutelarli, sia all’interno dei suoi confini che nel resto del mondo?

L’Unione Europea ha sempre avuto un ruolo di primo piano nella promozione e nella tutela dei diritti umani, sia all’interno dei suoi confini che a livello internazionale. L’UE non è solo un’istituzione economica e politica, ma è anche una comunità di valori, fondata sul rispetto della dignità umana, della libertà e della democrazia. 

All’interno dell’Unione, uno degli strumenti principali è la Carta dei diritti fondamentali dell’UE, che garantisce libertà e diritti per tutti i cittadini europei, dal diritto al lavoro alla parità di genere, fino alla protezione dei dati personali. Un altro aspetto importante è la lotta contro ogni forma di discriminazione e il sostegno alla libertà religiosa, un tema su cui sono particolarmente impegnata nella mia delega al dialogo con le comunità religiose e filosofiche. 

A livello internazionale, l’UE agisce attraverso il Meccanismo globale di sanzioni per i diritti umani, spesso definito il “Magnitsky Act europeo”, che permette di imporre sanzioni contro individui e governi responsabili di violazioni gravi. Inoltre, attraverso programmi di cooperazione, l’Unione sostiene le organizzazioni della società civile e le democrazie emergenti, promuovendo la libertà di stampa, l’educazione e i diritti delle donne.  

Ha qualche consiglio da dare ai giovani?

Assolutamente sì! Il mio consiglio ai giovani è di credere nelle proprie capacità e non avere paura di mettersi in gioco. Viviamo in un’epoca di grandi cambiamenti e sfide, ma anche di opportunità straordinarie. Il futuro dell’Europa dipende dalla vostra energia, dalla vostra creatività e dalla vostra voglia di migliorare le cose. È fondamentale investire nella propria formazione e continuare ad apprendere. Il mondo del lavoro sta cambiando rapidamente e acquisire competenze, soprattutto digitali e tecnologiche, è essenziale per affrontare il futuro con sicurezza. Allo stesso tempo, non bisogna trascurare le discipline umanistiche, perché insegnano a pensare in modo critico e ad affrontare le sfide con maggiore consapevolezza. 

Un altro aspetto importante è la partecipazione. La politica e le istituzioni europee non sono qualcosa di distante, ma riguardano la vita quotidiana di tutti. Informarsi, far sentire la propria voce, partecipare ai dibattiti e impegnarsi attivamente nelle comunità sono modi concreti per contribuire al cambiamento. La politica ha bisogno di giovani con entusiasmo e nuove idee, perché sono loro a poter dare un impulso decisivo per il futuro. 

Infine, non bisogna mai avere paura di sbagliare. Ogni percorso è fatto di ostacoli e difficoltà, ma proprio gli errori aiutano a crescere e migliorarsi. Il coraggio e la determinazione sono fondamentali per superare i momenti difficili e raggiungere i propri obiettivi. L’Europa ha bisogno di giovani che guardino avanti con fiducia e voglia di costruire un futuro migliore. Non lasciate che siano altri a decidere per voi: prendete in mano il vostro destino e fate la differenza!

 

                              Letizia Mastronardi

                                                         Carola Monte