Il diritto di contare è una realtà. Il film americano uscito nel 2017 e diretto da Theodore Melfi si basa sull’opera prima di Margot Lee Shetterly. Il libro si intitola “Hidden figures” cioè “figure invisibili”. La scrittrice statunitense racconta la storia di tre scienziate “colorate” della NASA che lavorano nel dipartimento in cui vengono eseguiti i calcoli. Ognuna di loro, però è molto di più di una semplice matematica. Dorothy Vaughan, Katherine Johnson e Mary Jackson sono donne infinitamente ricche di conoscenze, competenze, potenzialità ed umanità. Sono amiche, sono sostenitrici l’una dell’altra, sono madri, sono scienziate. In un mondo difficile, dilaniato dalle guerre e dalle discriminazioni, oggi come allora, occorre riconoscere la visibilità di ognuno e il diritto che ha di contare.
La visione di questo film rientra nel Percorso per le competenze trasversali e per l’orientamento “Letteratura e storia per immagini” – CineRuiz: educazione visiva. L’attività di PCTO ha coinvolto gli alunni delle classi quarte del LSSA, la seconda e la terza classe del liceo quadriennale, le docenti di lettere Panessidi Giusy, Ferraguto Rosaria, Ternullo Sonia, Baffo Concetta Maria e la docente di disegno tecnico e storia dell’arte Ciracò Elisabetta, tutor del progetto. L’attività si è svolta presso l’auditorium comunale “Don Paolo Liggeri” in Palazzo San Biagio dalle ore 10 alle 13 circa dello scorso 9 dicembre. Trattandosi di un cineforum, a conclusione del film è stato aperto un dibattito riguardante i temi e i messaggi proposti e la nostra percezione di essi.
Al di là delle vite raccontate e dei fatti storici degli anni sessanta, un’impressione comune riguarda l’intreccio della storia passata con quella attuale. Ancora oggi, purtroppo, non siamo tutti liberi da pregiudizi, la scienza non è libera dalla competizione tra le grandi potenze e le donne non sono libere di scegliere cosa fare e chi essere. Dorothy Vaughan è stata tra le prime persone all’interno della NASA a capire che il BMS non poteva essere solo il nemico del lavoro, ma anche un’opportunità per aggiornarsi e camminare di pari passo al progresso tecnologico. Mary Jackson è stata la prima donna nera a potersi laureare in ingegneria per ampliare il suo campo di lavoro alla NASA, perché la matematica non le bastava, perché voleva ottimizzare le sue possibilità. Katherine Johnson è definita come “colei che ci portò sulla Luna”. Grazie ai suoi calcoli, infatti, è stato possibile portare a termine diverse missioni aerospaziali tra cui l’Apollo 11 del 1969. In una delle scene cruciali de Il diritto di contare, poco prima che la NASA lasciasse la capsula Friendship 7, il militare John Glenn, venuto a conoscenza di possibili errori nei calcoli del BMS, chiede che sia Katherine Johnson a verificarli, riponendo totale fiducia nella calcolatrice umana perché ritiene che “È difficile fidarsi di una cosa che non guardi negli occhi”. Oggi più che mai è fondamentale riflettere sugli strumenti che la scienza ci dona, con le loro imperfezioni e con la possibilità che sbaglino. Nonostante l’avvento dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie di qualunque tipo, l’essere umano ha ancora il diritto di contare o è diventato una figura invisibile?
Sara Conti IV BL