Carla Bellistrì, della classe IV BL Liceo Scientifico delle Scienze Applicate, del II Istituto di Istruzione Superiore “A. Ruiz” di Augusta, ci invita a riflettere, ogni volta che ci mettiamo alla guida di un mezzo, sul fatto che gli altri possiamo essere noi, che la mamma di “quel povero ragazzo” potrebbe essere nostra madre e ad agire di conseguenza.
Spesso, siamo convinti, un po’ per egoismo o per presunzione , di essere responsabili solo del nostro destino, e nella maggior parte dei casi è così, ma c’è una percentuale restante di casi, da tutti dimenticata o omessa, in cui ciascuno di noi è responsabile del destino altrui. Quando scegliamo in che università studiare, cosa mangiare a pranzo, o che vestito indossare, scegliamo per noi stessi, e la nostra scelta non fa del male a nessuno, ma quando decidiamo di guidare in stato di ebbrezza, di oltrepassare i limiti di velocità per “scherzare” con gli amici, in questi casi non scegliamo solo per noi, ma anche per gli altri. Innumerevoli sono le vittime uccise dalla strada e ogni giorno la lista si allunga. In ogni casa, all’ora di cena, quando al telegiornale viene trasmessa la notizia di un’altra morte su strada, un genitore spinto dalla paura che un giorno al telegiornale si possa parlare di suo figlio, e non del figlio di qualcun altro, gli raccomanda di non correre e di non guidare in stato di ebbrezza, sperando che questo basti per tenerlo al sicuro, ed evitare che sia anche lui uno dei tanti morti, dimenticando però che non basta essere prudenti se si è circondati da persone che non lo sono. Non importa quanto una madre raccomandi al figlio di stare attento alla guida perché, se non sarà il killer, potrebbe essere la vittima di qualcuno che probabilmente non ha ricevuto le stesse raccomandazioni. Molte volte il killer è qualcuno che non tiene alla sua sicurezza personale prima di tutto, figurarsi a quella degli altri. Ma il giorno dopo le notizie della morte di un giovane su strada, nelle nostre case torna il sereno, è un nuovo giorno, la notizia è stata dimenticata, per ogni madre è stata solo un’occasione in cui preoccuparsi per il proprio figlio, che è ancora sano e salvo, e per raccomandargli di fare attenzione, è stato solo un banale “esempio”, e in ogni casa viene dimenticato, in ogni casa tranne in quella della vittima, la cui madre non potrà più vedere suo figlio, che le è stato strappato all’improvviso. Magari era uscito di casa il sabato sera, come ogni ragazzo, per stare con gli amici, magari sua mamma, come ogni mamma, prima di uscire gli aveva detto: “stai attento e torna presto”, ma poi non l’ha più visto tornare. Dopo due giorni a nessuno importa più, tranne che alla sua mamma, che non ha potuto fare nulla per evitare una tragedia. Ma perché dopo così poco non importa più a nessuno? Non importa più a nessuno perché nessuno crede che gli possa succedere, finché non succede. Dimentichiamo le vittime perché la maggior parte di noi è convinto che, dopo essere uscito di casa con il proprio mezzo, tornerà; come sempre siamo così presuntuosi da pensare: “non capiterà mai proprio a me”, anche se probabilmente lo pensavano anche le vittime, eppure, pur sentendo notizie diverse ogni giorno, continuiamo a pensare che a noi non possa accadere, quasi come se fossimo immortali. Eppure a tutti è capitato di sfiorare un incidente, per imprudenza propria o degli altri, e sfido chiunque a dire di non aver sentito il cuore uscire dal petto in quel momento, di non aver temuto, in quel millesimo di secondo, di morire così e di non rivedere mai più i propri cari. In quell’istante il nostro “principio di immortalità” viene smentito e ci viene mostrata la nostra vulnerabilità. Ma in fin dei conti, dimentichiamo anche la paura presente in quel momento, proprio come dimentichiamo le vittime, probabilmente ci conforta dimenticare. È impossibile impedire agli altri di compiere le scelte sbagliate che influiranno anche sulla nostra vita, ma se sin da bambini tutti venissero educati al rispetto delle norme stradali, e non solo alcuni, allora potremmo impedire tutti gli incidenti che derivano da imprudenza.
Carla Bellistrì IV BL