di Adele Di Domenico, 1d
Se passi davanti alla scuola Barrili, nel tardo pomeriggio noterai che nei dintorni della scuola camminano per le strade dei ragazzi stranieri. Sono ragazzi immigrati, che prendono lezioni di italiano nella scuola. Ad insegnare l’italiano non sono gli insegnanti della Barrili, ma gli insegnanti del CPIA (Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti), ospitati dal complesso scolastico. Normalmente coloro che sono appena arrivati in Italia, prendono lezioni per il livello dei corsi A1 o A2 che prevedono dalle 90 alle 110 ore di lezione. E’ da molti anni che tutti i giorni al mattino e al pomeriggio si tengono queste lezioni, essenziali per i ragazzi che devono affrontare il colloquio per la richiesta d’asilo. Sono di origini nordafricane, senegalesi, bengalesi e pakistane e spesso arrivano dal mare sui barconi. Hanno dai 16 ai 25 anni, la maggior parte non ha mai frequentato la scuola prima d’ora. Alcuni studenti con meno di 16 anni vengono inseriti all’interno delle classi della scuola secondaria di primo grado e alternano le lezioni alle medie con quelle del CPIA, dimostrando collaborazione tra i due organi. C’è però un grande limite che divide questi ragazzi dal quartiere dove vanno a scuola: Albaro è infatti considerato un quartiere d’elite, dove non tutti sono i benvenuti.
Ma è davvero così?
Le lezioni solitamente non sono sovrapposte a quelle del complesso della scuola di secondo grado, eppure negli ultimi tempi, visti i grandi numeri di giovani che vengono ospitati, le lezioni si sovrappongono. I ragazzi delle due scuole si incontrano esclusivamente nei corridoi, senza però relazionarsi tra loro. “Sono due mondi separati”, affermano gli abitanti di Albaro, “Non si notano facilmente, una volta usciti da scuola li si può vedere in massa dalla fermata dell’autobus, ma è questione di minuti.” Di fatto gli alunni del CPIA sono ragazzi già seguiti e selezionati, perciò è raro che creino trambusto. Sembra che questi ragazzi non abbiano mai creato disagi, questa collaborazione va avanti da anni e non ci sono mai stati grossi problemi. Gli studenti della Barrili addirittura non ne notano la presenza. “I ragazzi ci sono abituati e talvolta sono i professori a lamentarsi“, hanno affermato alcuni docenti della Barrili. Ci sono poi alcuni insegnanti delle medie che volontariamente si offrono di tenere delle lezioni di italiano, dando una mano agli insegnanti ufficiali del CPIA. Insomma, questi due contesti nonostante siano nello stesso edificio rimangono separati, gli studenti della Barrili e del CPIA conducono le loro giornate in armonia ma senza interagire tra di loro, raramente qualcuno si lamenta di questa situazione. L’istruzione per i ragazzi immigrati è fondamentale, non solo per la richiesta d’asilo ma anche per la vita di tutti i giorni, è importante avere un approccio propositivo nei loro confronti nel contesto scolastico, così che affrontino l’inserimento con maggiore tranquillità.
Un bambino, un insegnante, un libro, una penna possono cambiare il mondo. L’istruzione è la sola soluzione. (Malala Yousafzai)