Augusta 25 marzo 2025
Caro Dante,
Ssiamo chi siamo e senza te, caro Dante, non lo saremmo. Non sei solo il padre della lingua e della letteratura italiana, in un certo senso sei il padre dei lettori italiani e non e anche degli studenti che poco leggono, ma che sono obbligati a leggere te. L’obbligo che la scuola ci impone di conoscere la tua vita, il tuo pensiero politico e il tuo viaggio tra metafore e allegorie dalla selva oscura al paradiso pesa poco ai cuori gentili, a chi come te si è smarrito nel buio del peccato, senza punti di riferimento, senza certezze cui aggrapparsi. La Divina Commedia, per noi giovani cercatori di sicurezza in un mondo tutt’altro che sicuro, è come un rifugio in montagna o una casa in riva al mare, è quella tranquilla vivacità che solo la natura e i bambini sanno trasmetterci fino in fondo.
Non si sa per certo se questa frase l’hai detta tu, ma sono sicura che saresti d’accordo sul fatto che “Tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, i fiori e i bambini”. Non è certo neanche che il 25 marzo hai inziato questo viaggio nei tre regni dell’oltretomaba, ma questo giorno da qualche anno è dedicato a te, caro Dante, poeta memorabile e senza tempo…
Con affetto,
Sara Conti IV BL