Lettera al Presidente Mattarella

Caro Presidente,

sono onorato del fatto che lei venga, proprio in occasione della festa della Liberazione, in visita a Genova.

Proprio a Genova, nel Palazzo Ducale, qualche anno fa, ho visto una mostra fotografica di un’ artista della sua terra d’origine.

La foto che mi ha colpito di più era stata scattata nel 1980, all’interno di una macchina, le persone erano in uno stato di confusione: stavano portando fuori dalla vettura un corpo.

Ed è proprio in mezzo a quelle persone che scorgo una figura familiare, mi accorgo poi che è proprio Lei.

Mi sono sorte tante domande in testa, “Cosa ci fa in quella foto il Presidente? Ma, soprattutto, cosa è successo a suo fratello?”

Dopo essermi documentato, capii la situazione e rimasi ancora più colpito di prima, mi resi conto della gravità di questa vicenda che temprò la sua anima.

Un’ anima che, anche solo con il suo vissuto, può insegnarci tanto.

Così come i partigiani, che salvavano vite sui monti Genovesi e combattevano contro l’orrore in persona.

Uno di loro si chiamava Raimondo Saverino, detto Severino, lui fu il primo partigiano caduto nella terra ligure, anche lui aveva le sue stesse origini.

Vorrei parlarle anche di un altro partigiano, egli è la Storia in persona, che entra nelle scuole e racconta ai ragazzi la sua Resistenza.

Il suo nome è Giordano Bruschi, l’ultimo partigiano di Genova, una grande risorsa per noi e la città.

Lei e la Sicilia avete fatto tanto per Genova e soprattutto per l’Italia, che è fiera di avere un Presidente così, che è riuscito a superare gli ostacoli e le difficoltà e ora guida saggiamente il popolo Italiano.
 
Cordiali saluti,
 
Giulio
 
 
Giulio Guzzi Sirianni
Classe 2G SMS D’Azeglio
IC Molassana e Prato