di Margherita Manzone, 1B
Il 1 Aprile, la visita guidata della 1B al Museo del Novecento a Milano, non è stata – grazie a Marco, la simpatica guida del museo – una visita standard, ma una coinvolgente attività interattiva, che ha permesso agli studenti di apprezzare, benché stanchi della lunga giornata, alcune opere di arte contemporanea, comprendendone il significato.
Forme uniche nella continuità dello spazio di Umberto Boccioni, 1912
La visita è cominciata con una delle opere più iconiche e conosciute del Futurismo italiano.
Forme uniche nella continuità dello spazio è una delle sculture più famose della corrente del Futurismo ed è considerata un capolavoro del movimento artistico. Questa scultura rappresenta movimento e fluidità. L’importanza di questa scultura si può capire dalla sua presenza sul retro della moneta da venti centesimi. Nella figura si può vedere la “scia” del movimento delle gambe, creato da Boccioni, per simulare ancora meglio il movimento. Per far capire all’osservatore che il movimento più importante della scultura è quello delle gambe, gli arti superiori sono assenti.


Elasticity di Umberto Boccioni, 1912
Una volta entrati nella sala successiva , la guida ha fatto sedere la classe e le ha fatto vedere Elasticity. Come prima attività , ha chiesto ai ragazzi di disegnare la prima cosa che venisse in mente quando sentono la parola “velocità”. Alcuni hanno disegnato un fulmine, altri il vento, altri Mbappè, altri una macchina e altri un cavallo. Proprio come questi ultimi, Boccioni ha pensato di dipingere un uomo a cavallo. Infatti, se si guarda il dipinto con attenzione, si può notare , al centro del quadro, un uomo a cavallo. L’uomo sta andando a cavallo per la città e, ai lati del quadro, si possono notare dei tralicci dell’alta tensione, delle fabbriche e una gru. A oggi, anche noi possiamo vedere il cavallo come emblema della velocità: nel logo della Ferrari e anche come indicatore di potenza del motore di un’automobile.


Concetti spaziali di Lucio Fontana, 1965
In seguito, la guida ha fatto vedere alla classe un’opera più moderna rispetto alle precedenti, ovvero Concetti spaziali di Lucio Fontana. Quest’opera può essere vista con molta superficialità, dato che la prima cosa che può venire in mente dopo aver visto questa potrebbe essere “Tutto qui?” oppure “Eh, ma potevo farlo anche io”. Così, Marco, per farci comprendere meglio il significato dell’opera, ha distribuito alla classe un foglio di carta e ha distribuito a ogni studente una delle seguenti emozioni: rabbia, gioia, ansia e libertà. Ognuno doveva rappresentare una delle emozioni senza l’uso di nessuno strumento, proprio come aveva fatto Fontana. L’artista, per fare in modo che nessuno potesse copiare una sua opera, non ha apposto la sua firma come tutti, ma ha deciso di firmarsi con la sua impronta digitale (come si può vedere in basso a destra).
