I segreti del Mediterraneo attraverso gli occhi delle classi 1E e 2E.
Di Lisa Ferrari, 1B

Che cos’è il Mediterraneo? Per gli alunni della 1E, al Liceo D’Oria di Genova, è molto più di una distesa d’acqua: il mare custodisce innumerevoli miti e segreti. Proprio cercando di dare voce a queste storie, gli studenti hanno realizzato uno spettacolo travolgente, in cui sono riusciti a unire le loro conoscenze con moltissimo entusiasmo e creatività. La rappresentazione, dal titolo “Diario di Bordo”, è andata in scena il 4 aprile 2025, in occasione dell’undicesima Notte Nazionale dei Licei Classici. L’esibizione ha avuto luogo nella seconda parte della serata, in un’ampia aula del liceo.
Con tre seguitissime repliche, gli alunni del primo anno, in collaborazione con due ragazze di 2E, hanno mostrato a tutti il fascino e i misteri della navigazione. In poco meno di venti minuti sono stati in grado di illustrare come il Mediterraneo, secondo una citazione dello studioso Fernand Braudel, “abbia scompigliato e arricchito la storia”.
Durante lo spettacolo gli alunni hanno messo in scena un dialogo fra un moderno marinaio genovese e un navigatore dell’antichità che ha raccontato l’orientamento con le costellazioni e il mito dell’Orsa Maggiore. In seguito, l’esibizione ha evidenziato le condizioni di vita terribili degli schiavi nelle galee del 1300, anche attraverso la storia di Cicala, un marinaio ligure catturato dagli ottomani. La vita di questo personaggio si conclude con un lieto fine: infatti riesce a liberarsi e grazie alle sue conoscenze marittime, si arricchisce fino a diventare pascià. All’inzio e alla fine della recitazione le alunne Corrina Qualich e Margherita Radif hanno eseguito con la tastiera il brano “Onde” di Ludovico Einaudi. Lo spettacolo si è poi interrottao un paio di volte per lasciare spazio alle coreografie, ideate e danzate da due studentesse. Le ballerine Lucrezia Carrara Cagni e Margherita Fabrizi si sono esibite sulle note di Menomale che c’è il mare” di Olly e “Sinàn Capudàn Pascià” di Fabrizio de Andrè.

Come racconta la professoressa Lorenza De Caro, che ha guidato gli alunni nell’organizzazione dello spettacolo, tutto è partito da due viaggi d’istruzione della classe 1E. L’ispirazione è nata con una visita guidata dal professor Valter Bennucci, al Galata, il museo del mare, dove gli studenti hanno appreso molte nozioni sulla navigazione del 1300. In seguito, con una gita all’osservatorio astronomico del Righi, si sono aggiunte le curiosità sulle costellazioni e l’orientamento notturno. Ma il copione vero e proprio ha preso vita dalle parole dei ragazzi: sono stati loro a realizzarlo, attraverso un lavoro di scrittura creativa. C’è stata chiaramente una revisione di tutti questi testi e un gruppo di studentesse, aiutate un minimo dall’insegnante, ha costruito la sceneggiatura definitiva. Pian piano così l’esibizione ha incominciato a prendere forma: gli alunni si sono divisi i compiti, iniziando a capire chi fosse disposto a suonare, chi a recitare… Grazie a prove pomeridiane, fuori dall’orario scolastico, tutti sono riusciti a prepararsi alla perfezione per il gran giorno. “Abbiamo provato lo spettacolo per intero lo stesso giorno della Notte Bianca, alle quattro del pomeriggio” rivela la professoressa De Caro “Però, anche assemblando le ultime parti quasi all’ultimo, tutto ha funzionato bene per merito dei ragazzi: sono stati bravissimi e molto disponibili.”

Anche la scenografia è stata inventata dai liceali, che hanno creato un palco improvvisato ma ricco di dettagli, trasformando l’aula della rappresentazione in una vera e propria “finestra sul mare”. “Procurarsi il materiale è stata una sfida” afferma Ester Valente, una studentessa della 1E “ma l’unione fa la forza e insieme siamo riusciti a pianificare tutto.” Anche incastrando le riunioni di classe tra una versione di greco e l’altra, gli alunni hanno trovato le immagini, gli oggetti di scena e alla fine hanno completato il lavoro. “Sempre noi abbiamo scelto anche il titolo: Diario di Bordo” continua Ester. “Ci è sembrato un buon modo di sintetizzare la storia dei personaggi che abbiamo approfondito, in particolare degli schiavi che erano a bordo delle galee. Nel nostro spettacolo raccontiamo in prima persona la loro storia al pubblico, fingendoci anche noi dei prigionieri.” Infatti con la loro esibizione i ragazzi non solo hanno rappresentato il trattamento di questi servi ma hanno anche trasmesso le emozioni di fatica, disperazione e speranza.

L’emozione del momento, mettere in scena lo spettacolo davanti a tutti è stata forse la difficoltà maggiore che hanno incontrato gli studenti. “L’agitazione è tanta, ma se uno studia e si prepara, proprio come per un’interrogazione, tutto andrà sicuramente per il meglio” sostiene Carola Caruso, una delle attrici della 1E. Come spiega Bianca Percivale, una ragazza di 2E, per ridurre al minimo l’ansia è molto importante fidarsi pienamente dei propri compagni di scena e soprattutto assaporare ogni momento che il palcoscenico sa regalare, spegnendo gli altri pensieri. “E’ stata un’esperienza interessantissima lavorare con la 1E: ho scoperto tante informazioni che non conoscevo sull’orientamento e la storia del Mediterraneo” prosegue Bianca. “Sono molto contenta di aver partecipato a questo progetto, anche se inizialmente, nella nostra classe avevamo in mente tutta un’altra idea per la Notte Bianca” Attraverso il suo ruolo da marinaio genovese, la studentessa ha potuto percepire l’amore sconfinato che lui aveva per la navigazione e si è riconosciuta in lui. “Proprio questo è il bello del teatro: diventando per poco qualcun altro si viene a conoscenza di caratteristiche di sé stessi che, a volte, non si immaginano neanche.”
