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L’orizzonte della notte tra omicidio premeditato e legittima difesa

di Francesco Canepa, Alice Costa e Ludovica Dolcini, 1d

Il romanzo intitolato L’orizzonte della notte, scritto da Gianrico Carofiglio, narra la storia di un omicidio: la signora Elvira Castel ha ucciso a colpi di pistola Giovanni Petacci, ex compagno della sorella gemella, Elena Castel. Quest’ultima si era suicidata qualche settimana prima in enigmatiche circostanze. Spetterà all’avvocato Guido Guerrieri trovare la verità e far valere la giustizia, nonostante le sue prime impressioni e i suoi pensieri glielo impediscano. La mancanza di prove non aiuta l’avvocato in primo luogo a trovare una linea difensiva per la sua cliente, in secondo luogo a capire se si tratti di omicidio premeditato o di legittima difesa. 

Le principali distinzioni giuridiche nel romanzo

Ma qual è la vera differenza tra queste due tipologie giuridiche?

Si parla di legittima difesa quando chi commette un omicidio lo fa per difendersi dall’aggressore questo è un diritto della vittima approvato dalla legge, ovviamente prima che un caso sia ritenuto tale ci devono essere molti accertamenti.

Si parla di omicidio premeditato quando una persona uccide la sua vittima dopo aver pianificato con calma e lucidità l’atto da compiere. L’omicida non agisce mai d’impulso ma pensa e programma in anticipo il delitto. Chi decide di compiere un omicidio doloso, detto anche volontario, va incontro a pene gravi, fino anche a raggiungere l’ergastolo. Oltre a queste due tipologie nel romanzo vengono trattate altre situazioni giuridiche come: la facoltà di non rispondere, quando la persona ha diritto di non rispondere a domande poste in interrogatorio, senza essere punito; il fermo che serve per trattenere temporaneamente una persona sospettata di un reato molto grave, prima che possa fuggire, inquinare le prove o commettere altri reati.

I procedimenti investigativi

Nell’opera le indagini vengono spiegate in modo chiaro: l’avvocato Guido Guerrieri viene aiutato dal suo amico e collega investigatore Tancredi per costruire la linea difensiva. Spetterà a quest’ultimo ritornare sul luogo del delitto, trovare qualche dettaglio sfuggito alla scientifica che possa essere utile come prova di legittima difesa e indagare sul passato di Petacci. I processi sono narrati in maniera verosimile, infatti rendono partecipe il lettore della procedura che si sta svolgendo. Il romanzo è ricco di termini legali che non sono noti a tutti i lettori che decidono di intraprendere questa lettura.

Dal punto di vista narrativo il romanzo è coerente con il funzionamento e le pratiche reali del sistema giuridico. Come in ogni omicidio: l’imputato viene interrogato dalla polizia e può decidere di rispondere alle domande poste oppure di avvalersi della facoltà di non rispondere; la scientifica si reca sul luogo del delitto, poi si procede con l’udienza dove il caso viene discusso in presenza di giudice, avvocati, pubblico ministero, testimoni e parte civile; infine la sentenza dove si decide la pena dell’imputato e la cauzione da pagare. Queste pratiche sono accurate e rigorose nel romanzo dato che è un legal thriller e soprattutto perché Gianrico Carofiglio ha esercitato la carica di magistrato.

Una visione complessa della giustizia

Lo scrittore Gianrico Carofiglio elabora una versione della giustizia che non sempre è nota agli occhi dei lettori. Infatti per coloro che non sono a conoscenza dei procedimenti e del linguaggio giuridico, è difficile venire a conoscenza di cosa si cela dietro al lavoro dell’avvocato. Nel romanzo l’avvocato Guido Guerrieri si scontrerà più volte con la sua idea di giustizia, fino ad arrivare a una conclusione inaspettata e che non soddisferà completamente la sua percezione di giustizia. Ricordiamoci che l’accuratezza della giustizia non è netta, infatti la storia è narrata in prima persona e perciò comprende molto spesso pensieri e riflessioni dell’avvocato sia nell’ambiente lavorativo sia nella sua vita privata.

L’omicidio narrato nella storia potrebbe trattarsi di legittima difesa e purtroppo ogni giorno si ritrovano omicidi di questo tipo anche in Italia. Ne è un esempio, un omicidio avvenuto in Trentino, il 4 aprile di quest’anno. Il caso riguarda un ragazzo diciannovenne, che per difendere la madre vittima di violenze da parte del padre, avrebbe accoltellato quest’ultimo con un coltello da cucina. Dall’interrogatorio è emerso  che il giovane aveva reagito d’impulso e che dopo aver ferito mortalmente il padre, aveva cercato inutilmente di rianimarlo. Dopo aver capito che non ci fosse più nulla da fare, il ragazzo ha chiamato i carabinieri e si è recato in questura per confessare. Questo caso colpisce maggiormente perché riguarda un giovane e spinge ad interrogarsi sulle reazioni possibili di un nostro quasi coetaneo.

Ora come ora, tutto ciò che si legge oppure si sente nei canali di informazione influenza le nostre idee. L’orizzonte della notte, con le sue pagine di riflessione durante le sedute dell’avvocato Guerrieri con lo psicologo e nelle pagine più tese, durante l’udienza e la sentenza, mostra un nuovo aspetto della giustizia che non sempre si riesce a comprendere fuori dalle aule di un tribunale. Coloro che hanno letto o leggeranno questo romanzo comprenderanno che molto spesso si deve andare contro le proprie idee e di conseguenza non far valere solo ciò che si pensa sia giusto.