La mafia oggi

La mafia, cancro della società, sembra sia oggi sottovalutata. Questo perché la società odierna, così come la politica, sono così intrise di tante altre complessità da far passare in secondo piano questo problema.

Impossibile negare che lo slittamento sia legato alla convinzione della maggior parte dell’opinione pubblica che la mafia sia morta alla fine degli anni ‘80 insieme alle incarcerazioni dei più noti boss mafiosi. 

Oggigiorno le persone sono troppo prese dal lavoro, dalla famiglia, dalle condizioni economiche. Non si interessano a certe questioni che affliggono la società, si voltano dall’altra parte, specie davanti a certe questioni quali, ad esempio, la povertà o la dispersione scolastica. Il fenomeno della dispersione scolastica si avverte soprattutto tra quei ragazzi che provengono da contesti sociali e familiari difficili. Arrivano a lasciare la scuola perché non credono più nell’istituzione, non vedono un futuro e preferiscono legarsi a clan mafiosi, a persone corrotte che li reclutano per pochi spiccioli. I ragazzi che lasciano prematuramente la scuola corrono maggiori rischi di disoccupazione, povertà, esclusione sociale e devianza.

Queste problematiche necessitano di una politica seria. La dispersione scolastica, la povertà, la disoccupazione sono la causa scatenante di problemi molto più gravi.

Errore frequente è inoltre quello di associare la mafia al meridione d’Italia. La mafia è presente ovunque, dalle periferie delle grandi città agli opulenti centri, dal Nord al Sud della Penisola. Don Ciotti, fondatore di Libera, afferma:  “Non si tratta più di un mondo a parte, ma di un sistema presente in tutto il paese che ha elevato il profitto a valore assoluto e dove tutto è ridotto a merce”.

La mafia non è morta, non è un problema superato. “L’ultima mafia è sempre la penultima, anche perché il codice genetico della mafia affida  alla sua creatura un imperativo primario: quello di sopravvivere”, parole che ci ricordano come per mantenere l’attenzione sulle mafie è necessario mantenere viva quella sui fenomeni sociali, perché le  mafie non sono più un mondo a parte ma parte di questo mondo, un mondo che ha elevato il profitto a  valore assoluto e dove tutto rischia di essere ridotto a merce. Combattere contro le mafie vuol dire  lottare per la giustizia sociale, per la dignità e la libertà delle persone, vuol dire lottare per la vita. 

 

Federica De Dominicis