I racconti di Walter (capitolo 1).

New York, Bronx, 11 Marzo 2016, ore 12:13

Spicca in un palazzo della città ormai buia una stanza; è illuminata da una luce fioca. Dalla strada si scorge la sagoma di chi è dentro: un ragazzino di tredici anni circa, pelle molto scura (i genitori del Sudan, forse), labbra sporgenti  e molto carnose, naso nella media né troppo grande né troppo piccolo. Indossa una maglia bianca con il colletto nero; non si vede altro perché è seduto, sopra il suo letto o su una sedia. Riconosco benissimo la sua espressione. Oh sì che la riconosco, non mi sfuggirebbe QUEL tipo di espressione rapita, concentrata è a dir poco; è fantasia nei suoi occhi color nocciola. Sì, sì, mi ripeto, è proprio l’espressione di un lettore.

Vedo che ciondola come se stesse mimando, come se si stesse immedesimando nel personaggio del libro, come se si stesse rifugiando da una realtà ostile; da questo deduco sia un libro avvincente, di fantasia forse.

La gente passa ma non  si cura di me nonostante io stia fissando una finestra al terzo piano di un palazzo fatiscente.

Walter Quici III C