La Canali chiude: il racconto di Roberta Zappavigna

Roberta Zappavigna, lo scorso 18 gennaio, si è presentata all’istituto F. Enriques di Lissone per raccontare, con occhi lucidi, il dramma subito alla chiusura della Canali, l’azienda in cui ha lavorato per più di trent’anni.

Roberta, innanzitutto le chiediamo di presentarsi.

Ciao, mi chiamo Roberta Zappavigna e dal 1989 ho lavorato in Canali, un’azienda del settore tessile nella quale io mi occupavo della produzione di capispalla per uomo. Il modo in cui si lavorava in Canali era questo: nessuno usciva dalla Canali sapendo stirare tutta la giacca, ma solo un pezzo. Per anni, per otto ore al giorno, si faceva solo quel pezzo, tant’è vero che né io né le mie colleghe dopo la chiusura dell’azienda siamo state in grado di trovare un nuovo posto di lavoro in quel settore poiché non avevamo una specifica competenza. Io ero addetta al reparto stiro dove c’erano presse e ferri da stiro. Dopo trent’anni, ho avuto una lesione al tendine della spalla e il braccio non lo alzo più completamente ed è quasi in fase di rottura anche il secondo a causa dei ripetuti movimenti. Quando il proprietario dell’azienda ha deciso di chiudere, nel 2017, dando come motivazione ufficiale il calo delle vendite, la Canali era arrivata ad avere sessanta malattie professionali su duecento operai.

L’azienda ha risposto ai danni che avete subito?
Si, perché in questi casi si fa la denuncia di malattia professionale per il danno fisico subito. Viene fatta una visita da un medico legale e poi viene mandata la richiesta all’INAIL, la quale decide se la denuncia può essere effettuata o no e in questo caso sono state accolte tutte e sessanta. L’azienda Canali ha avuto una causa con me perchè c’è stato un momento in cui il pm Vincenzo Fiorillo ha stabilito che c’erano troppe malattie professionali e quindi ha aperto un’indagine ed ha incaricato l’ASL di Monza di controllare quali fossero le cause ed è venuto fuori che proprio a livello di manutenzione, sicurezza e prevenzione c’erano seri problemi. La causa è andata avanti per oltre due anni, ma il giorno prima della chiusura della causa un altro procuratore ha deciso che non c’erano le basi per continuarla, così io ho perso e l’azienda subito dopo ha chiuso. Un sabato pomeriggio ho ricevuto una chiamata dalla segretaria generale e mi ha detto che da lunedì l’azienda avrebbe dichiarato chiusura. Per evitare questo siamo andati a Roma a parlare con la Boldrini e molti politici che sono venuti per aiutarci a fare di tutto per non far chiudere l’azienda, ma il proprietario non solo non ha ascoltato tutte le persone che volevano aiutarlo, ma non ha neanche risposto ai richiami del governo. L’INAIL gli ha anche proposto spropositati milioni di euro, manutenzione e nuove macchine per non far chiudere l’azienda, ma lui ha rifiutato e ha chiuso definitivamente l’azienda il 29 dicembre del 2017.

Come ha fatto a superare il fatto di essere rimasta senza lavoro e il fatto che l’azienda avesse chiuso?
Non l’ho ancora superato. Sono ancora abbastanza perplessa perché dopo trent’anni è difficile reinserirsi nel mondo del lavoro.

Cosa fa ora?
Da Maggio sono in collaborazione con la Cgil e lavoro tre mezze giornate, mi stanno insegnando a fare delle pratiche di disoccupazione.

Vorrebbe lavorare nel settore per il quale ha sempre lavorato?
Assolutamente no, vorrei lavorare dove sono ora, ma anche lì ci sono problemi di assunzione.

Lei, in precedenza, ha detto che lavorava nei sindacati anche in Canali, qual era il suo compito?
Sono diventata delegata sindacale nel 2007 e rappresentavo la Cgil nel campo della sicurezza sul lavoro. Sono stata la prima delegate sindacale nell’azienda Canali. Io penso che chi fa la delegata, lo rimane per sempre. Io sarò per sempre la delegata della Canali!

Cosa rappresenta per lei il sindacato?
Qualcuno che ti aiuta e che ti difende.

3° A AFM: Bortignon Elena, Brivio Nicoletta, Caspani Raissa, Di Giacomo Erica, Discacciati Chiara, El Houjjaji Nehal, Giurini Elisa, Majerna Daniel, Segreto Nicholas, Salvatore Aurora, Terruzzi Camilla.

3° A CAT: Camurri Andrea, Caredda Dennis, Galimberti Gianmarco, Impellizzeri Christian, Pezzotta Federico.