Otto l’orsacchiotto: storia di una vera amicizia

L’orsacchiotto Otto era stato cucito da una donna che lavorava in una piccola fabbrica in Germania; era stato avvolto nella carta velina e conservato in una scatola. Dopo un po’ di tempo la scatola venne aperta da un bambino di nome Davide che aveva ricevuto l’orsacchiotto in regalo per il suo compleanno. Davide e il suo migliore amico Oscar chiamarono l’orsacchiotto Otto e tutti e tre diventarono inseparabili. Un giorno però Davide dovette portare una stella gialla cucita nei vestiti perché tutti dovevano vedere che lui era “ebreo” e quindi era diverso. Pochi giorni dopo uomini in uniforme con lunghi cappotti di pelle andarono a prendere Davide e i suoi genitori; lo portarono via insieme a tanta gente con la stella sul petto. Prima di andarsene Davide lasciò Otto al suo amico Oscar. Un giorno il papà di Oscar dovette partire per la guerra e iniziarono i bombardamenti aerei. Dopo una forte esplosione Otto volò in aria e svenne. Lo raccolse un soldato di nome Charlie che lo teneva davanti al cuore e così Otto lo riparò da una pallottola che avrebbe potuto colpirlo mortalmente. Otto aveva salvato la vita a Charlie! Finita la guerra Charlie tornò in America e regalò Otto a sua figlia. Durante una passeggiata una banda di ragazzacci, dopo aver maltrattato Otto, lo buttò nel bidone della spazzatura. Una vecchia signora lo prese e lo vendette ad un rigattiere che lo sistemò nella vetrina del suo negozio. Una sera di molti anni dopo Oscar, ormai anziano, fece un viaggio in America e passando davanti alla vetrina riconobbe Otto. Emozionato e felice lo comprò. Nella camera d’albergo di Oscar una sera squillò il telefono; era Davide che aveva letto la storia di Otto nei giornali. Si ritrovarono così di nuovo tutti e tre insieme dopo tanti anni. Non si separarono più e vissero una vita pacifica come dovrebbe essere sempre per tutti.

Libera rielaborazione del racconto di Tomi Unger
Classe II E sede “Nazario Sauro”