BREVE STORIA DEL MECENATISMO

di Teresa Castaldelli, 3BCL

Da Mecenate fino al 2000

Il termine mecenatismo prende il nome da Gaio Cilnio Mecenate, vissuto nel I sec. a.C.

Fu un importante protettore e benefattore degli artisti (come Orazio e Virgilio) in età Augustea. Il suo principale obiettivo fu quello di aiutare Augusto nel suo scopo: celebrare le sue azioni politichela città di Roma. 

Facendo un salto avanti nel tempo si arriva al 1500, l’epoca del Rinascimento: nascono le signorie e il potere politico delle città viene affidato a famiglie influenti. Ogni famiglia si preoccupa della costruzione del proprio prestigio attraverso il finanziamento di opere artistiche. La qualità dei risultati, infatti, serviva per manifestare la ricchezza della famiglia “sponsorizzatrice”. Una delle famiglie di mecenati più importanti di questo periodo è quella dei Medici a Firenze. La figura che spicca maggiormente  in questo campo è quella di Lorenzo de’ Medici, detto il Magnifico,  che trasforma la città di Firenze in uno dei centri culturali più vivace e riesce, con questa operazione, ad accentrare tutto il potere nelle sue mani. 

Nei secoli successivi, la figura del mecenate rimane per lo più invariata fino alla fine del 1800 e gli inizi del 1900 con la famiglia dei Guggenheim, imprenditori americani. Solomon Guggenheim abbandona l’impresa di famiglia per dedicarsi a tempo pieno al collezionismo e alla sua fondazione, creata per supportare i talenti artistici. L’opera di Guggenheim è principalmente “mecenatismo disinteressato”: finanzia artisti non per accrescere il prestigio della propria figura o dell’azienda di famiglia, ma per un amore disinteressato per l’arte e il collezionismo. La sua opera, poi, è portata avanti dalla nipote Peggy che fonda la Collezione a Firenze che porta il suo nome. 

Adesso non si parla più di singoli mecenati, ma di “Mecenati del 2000”, enti che finanziano il restauro di edifici, quadri, prodotti artistici che rischiano di scomparire. Preferendo opere durature piuttosto che eventi momentanei, spendendo anche decine di milioni, rendono “immortali” queste opere ma, con esse, anche la loro immagine di sponsor. Infatti, il loro scopo finale non è solo quello di rendere durature opere artistiche ma di ricavare visibilità e denaro, come lo era anche durante il Rinascimento.  

Sitografia: