• Home
  • Blog
  • Articoli
  • Matilde di Canossa, l’emiliana che tenne testa ai potenti d’Europa

Matilde di Canossa, l’emiliana che tenne testa ai potenti d’Europa

Matilde di Canossa, passata alla storia per aver fatto da mediatrice in una delle fasi più aspre della lotta per le investiture, è la donna più nota del medioevo europeo. Guidata da un carattere determinato e  dall’amore per la libertà del suo popolo, si ritrovò a fare da pacificatrice nell’aspro sconto tra Impero e Papato.

Matilde è stata una figura fondamentale non solo per il territorio emiliano ma anche per gli equilibri europei. Ha lasciato un’eredità storica, culturale e di valori che si percepisce ancora oggi, attraverso i castelli, le chiese, le pievi, i monasteri, le strade, i ponti. La Grancontessa è stata capace di ascoltare e interpretare i bisogni delle genti che popolavano le sue terre e si è messa al loro servizio, pur rimanendo una figura politica che interagiva coi grandi e una signora di potere che curava le proprie terre.

Il suo potere faceva paura ai potenti d’Europa, essendo un evento anomalo il fatto che una donna avesse tutto quel potere per un arco  di tempo così prolungato (40 anni). Ottenne il rispetto come condottiera soltanto cominciando a scendere in battaglia e ad avere la possibilità di dimostrare il proprio valore e di scegliere strateghi e guerrieri capaci. Dalle cronache, Matilde appare spesso descritta come una dea della guerra, una vendicatrice dei giusti, che “monda lieta le mani nel sangue dei suoi nemici”.

La Grancontessa era fedelissima al pensiero e agli ideali di Papa Gregorio VII. Il suo ruolo, ovvero quello di sanare le possibili tensioni che il papa poteva riscontrare, si dimostrò fondamentale nel conflitto con l’imperatore Enrico IV. A seguito della scomunica di Enrico IV. Matilde venne dunque a trovarsi in una posizione piuttosto delicata: la duchessa, oltre ad essere un’ardente sostenitrice della Chiesa, era anche vassalla e cugina dell’imperatore. Per questo decise d’intervenire per placare la situazione.

Mentre il papa era ospite di Matilde nel castello di Canossa, lei indusse il cugino a fare pubblica ammenda. L’imperatore implorò il perdono del papa per tre giorni e tre notti fuori dal maniero, senza i simboli del potere, scalzo e vestito da umile penitente. Alla fine, grazie alla mediazione della duchessa, la revoca della scomunica arrivò. Quello di Enrico era chiaramente un pentimento di facciata.

Matilde continuò nel corso degli anni ad alternare le sue battaglie con l’imperatore e i tentativi di giungere a un equilibrio fra i due schieramenti, ma l’imperatore arrivò a bandirla nel momento in cui Matilde scelse di stare dalla parte di Gregorio. L’intelligenza e la capacità di discernimento della contessa le diede la possibilità di circondarsi di collaboratori fedeli che le permisero di ricostruire le fila del potere una volta superato il lungo periodo di crisi.

Nonostante la sua grandezza, molte persone facevano pettegolezzi su di lei. Matilde era stata accusata dai suoi nemici di essere una donna lussuriosa, che si era concessa a una nutrita schiera di cavalieri, per via dei vari matrimoni avuti. Al contrario molti credevano che Matilde mirasse al sacerdozio femminile, e che le sarebbe stato concesso solo dopo la costruzione della centesima chiesa. Lei arrivò a costruirne novantanove e, alla sua morte, donò tutti i suoi possedimenti al papa.

Matilda è un esempio, per le donne di ogni tempo, di forza e determinazione, di scelte fatte con coraggio  per cambiare il destino del mondo.   

Angelica Buccigrossi